Sale Marasino, incendio sul treno: vagone in fiamme. Ritardi sulla linea ferroviaria

Preoccupazione da parte di Legambiente: “Il rogo di oggi ripropone il tema della sicurezza sulla Brescia-Iseo-Edolo”

Incendio su un treno a Sale Marasino (Foto Facebook Dario Balotta)

Incendio su un treno a Sale Marasino (Foto Facebook Dario Balotta)

Sale Marasino (Brescia), 2 marzo 2024 – Un incendio è divampato, questa mattina verso le 6.30, in un vagone di un  treno di Trenord, all’altezza di Sale Marasino,  lungo la linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo. Fortunatamente, a bordo non c’erano passeggeri.

Immediato l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno spento il rogo e messo in sicurezza il convoglio, evitando che venisse avvolto dalle fiamme. Da chiarire le cause e la dinamica di quanto accaduto.

Inevitabili le ripercussioni sulla circolazione ferroviaria. Nessun blocco dei convogli, visto che il treno coinvolto dall'incendio si trovava su uno dei due binari di cui è dotata la stazione, ma si sono registrati ritardi fino a 30 minuti risolti in mattinata. 

L'episodio ha creato preoccupazione da parte di Legambiente. “Il treno che ha preso fuoco ripropone il tema della sicurezza sulla Brescia-Iseo-Edolo. Dopo il deragliamento del dicembre 2022 ad Iseo, la frana che aveva interrotto la linea tra Cedegolo e Edolo del dicembre 2023, e a settembre scorso un tir era uscito di carreggiata interrompendo fino ad oggi la tratta Marone Pisogne continua il calvario per gli oramai pochissimi passeggeri che utilizzano la linea”, ha scritto Dario Balotta, presidente Legambiente Basso Sebino.

E ancora: “Mentre gli amministratori di FNM sognano un futuro roseo fatto di costosissimi treni ad idrogeno che forse saranno messi in linea nel 2025 circolano ancora i treni ALn 668 vecchi di 50 anni come quello che è andato a fuoco stamattina. Eppure persino Trenitalia, il 17 febbraio scorso aveva radiato definitivamente, l'ultima automotrice che aveva sbuffato sulla Brescia Parma per mezzo secolo e ormai ferma da tempo e sostituita dai nuovi “Colleoni””.