
Su Facebook foto di assistenza
Brescia, 25 ottobre 2018 - Su Facebook e sul proprio sito internet i “Brixia Blue Boys” si definiscono un gruppo di «volontari di strada di emergenza al servizio del cittadino, dei deboli, e degli emarginati meritevoli». Per la Digos e la Procura di Brescia invece dietro la facciata di associazione dedita all’aiuto degli ultimi ci sarebbe un gruppo di persone che indossando una divisa ogni sera si presentava nelle vie del centro e in quella limitrofe alla stazione per dare vita a una attività finalizzata alla «prevenzione e contrasto della criminalità», con uniformi che richiamavano quelle delle forze dell’ordine e portando con sé manganelli e altri oggetti utili, secondo loro, per garantire l’ordine pubblico.
Sette le persone finite nel registro degli indagati con l’accusa di usurpazione di funzioni pubbliche e porto illecito di armi e strumenti atti ad offendere. Si tratta di italiani, tutti bresciani, di età compresa tra i 20 e i 60 anni. Per alcuni mesi i Brixia Blue Boys si sono travestiti da tutori dell’ordine, all’interno delle giacche di “ordinanza” avevano stemmi che richiamavano direttamente al fascismo e alla galassia dell’estrema destra, e hanno organizzato ronde con «schemi operativi ben definiti» per le vie più sensibili della città senza avere l’autorizzazione. Nelle scorse ore la procura di Brescia ha disposto il sequestro della sede e una serie di perquisizioni all’interno delle abitazioni di alcuni degli iscritti. Sono così saltati fuori sfollagente, armi da taglio e addirittura un fucile oltre a una serie di stemmi e distintivi di stampo chiaramente fascista. Il gruppo, secondo gli inquirenti non avrebbe mai compiuto atti di violenza, ma si sarebbe occupato di ordine pubblico senza avere alcun titolo.
«Andavano in pattuglia inquadrati in stile militare – sottolinea il questore di Brescia, Vincenzo Ciarambino –. I capi portavano con sé un manganello. Associazioni di questo tipo devono essere accreditate per potere muoversi nelle strade della città e soprattutto non possono sostituirsi alle forze di polizia». Respinge le accuse il presidente dell’associazione. «Ci limitiamo a portare aiuto a chi vive per strada – spiega al telefono – Siamo apolitici e contro la violenza. Ognuno risponderà personalmente per quanto gli è stato trovato in casa. Nella nostra sede non è stato trovato nulla».