Brescia, "Papà mi violenta" ma è tutto falso: un anno dopo il risarcimento

Protagonista un artigiano di 37 anni di Gavardo che era stato accusato dalla figlia minorenne. Aveva trascorso ai domiciliari 358 giorni

Palazzo di giustizia di Brescia

Palazzo di giustizia di Brescia

Brescia, 2 dicembre 2018 - La giustizia gli ha dato ragione assolvendolo con formula piena, ora lo Stato dovrà risarcirlo con 62.500 euro per i 358 giorni di arresti domiciliari, dal 18 ottobre del 2016 all’11 ottobre del 2017, trascorsi a casa della madre. La corte d’Appello di Brescia ha accolto la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione avanzata nelle scorse settimane da un 37enne bresciano accusato di violenza sessuale e maltrattamenti sulla figlia minorenne. Perché in realtà, si è stabilito, è rimasto vittima di una vendetta ordita proprio dalla figlia.  Lui, operaio di Gavardo, allenatore di squadre di calcio femminile, si era sempre dichiarato innocente. «Ho avuto un rapporto difficile con mia figlia- aveva spiegato sia nel corso dell’interrogatorio di garanzia, che durante il processo -Non mi perdona il fatto di non averla riconosciuta subito dopo la sua nascita e di averla lasciata per un periodo sola con la madre. Altri problemi sono nati quando ho cominciato ad allenare la formazione dove anche lei giocava».

La ricostruzione fatta dall’operaio aveva convinto i giudici che a ottobre di un anno fa lo avevano assolto con formula piena, così come avevano chiesto i suoi difensori, gli avvocati Enrico Cortesi e Maria Elena Poli. Alla base della denuncia fatta dalla giovane, a cui una perizia disposta dal tribunale ha riscontrato disturbo di personalità borderline, per i giudici ci sarebbe stato infatti un forte risentimento nei confronti del padre. «L’ho perdonata da subito, lei invece non ancora. Questa vicenda ha stravolto la mia vita (non si è separato, ma non vive più con la moglie, che lo ha sempre difeso, e l’altro figlio) e le conseguenze permangono».

Il resto è calcolo, per stabilire il dovuto e fissare l’entità del risarcimento. «La somma superiore rispetto al mero calcolo aritmetico secondo cui al ricorrente spetterebbero 117,91 euro per ogni giorno di detenzione domiciliare», sottolineano i giudici della corte d’Appello nell’ordinanza con cui hanno disposto la riparazione. Per i magistrati ai 42.211,78 euro previsti per i 358 giorni in stato di arresto ne devono essere sommati altri 20mila per «le ripercussioni particolari sulla vita lavorativa e privata» che la vicenda ha prodotto. «È una soddisfazione parziale – spiega l’uomo a un anno di distanza dall’assoluzione –. Il risarcimento è una vittoria, ma cancellare il sospetto della gente sarà difficile». Il 37enne era stato arrestato nell’autunno del 2016 con l’accusa di avere abusato sessualmente della figlia, oggi maggiorenne, a partire dal 2012 quando lei aveva 14 anni. A denunciarlo erano stati nel marzo del 2016 la direttrice dell’istituto superiore frequentato dalla ragazzina e lo psicologo che aveva raccolto lo sfogo dell’adolescente. Il fascicolo era approdato prima al tribunale dei Minori che aveva allontanato la giovane dalla famiglia collocandola in una comunità protetta e quindi alla procura di Brescia nell’ottobre successivo aveva ottenuto l’arresto dell’uomo.