
Pulcini in allevamento (Epa)
Brescia, 3 febbraio 2015 - "Oggi esprimiamo la nostra soddisfazione per gli esiti dell'inchiesta. È più che mai necessario contrastare la violazione dei diritti degli animali, proprio in quegli ambiti economici dove tutto viene considerato normale, come l'allevamento a fini di macellazione o a fini di sperimentazione, come nel caso Green Hill". La Lav commenta con queste parole l'inchiesta della Procura di Brescia che ha iscritto nel registro degli indagati i quattro responsabili di un'azienda avicola bresciana ed un veterinario. Stando a quanto emerso, uccidevano i pulcini schiacciandoli con i piedi per smaltire più facilmente quelli non adatti all'ingrasso.
"La storia di questi pulcini per noi rappresenta molto - ha aggiunto Roberto Bennati, vice presidente Lav - è il simbolo dell'applicazione del principio di rispetto, almeno, della legge anche e soprattutto nei settori in cui gli animali vengono utilizzati per scopi economici, come fossero prodotti e, non da ultimo, della nostra lotta senza sosta contro maltrattamenti e uccisioni di animali, anche negli allevamenti. Ci attendiamo, per questo, una condanna esemplare che funga da segnale all'intero settore produttivo e agli addetti ai controlli, pubblici e privati".
"Una vergogna indicibile, una crudeltà senza pari, una barbarie - ha commentato l'onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente -. La Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente si costituirà parte civile contro i responsabili di un'efferatezza tale che si stenterebbe a crederci, se non fosse documentata dalle riprese video dell'autorità giudiziaria". "Reclamiamo una punizione severa," continua l'ex ministro. "Occorre sradicare il grave e frequente equivoco di fondo che si è manifestato tanto a Green Hill quanto nell'allevamento di polli ed è stato colto, non per caso, dal medesimo pm: gli animali non sono "oggetti", non sono "materie prime", e il fatto che siano inseriti in un circuito produttivo industriale non giustifica alcuna forma di abuso nei loro confronti. Le leggi che li tutelano devono essere rispettate. Questo principio – aggiunge la parlamentare di FI – chiama in causa innanzitutto gli allevatori e i responsabili delle verifiche, che devono essere regolari, puntuali ed efficaci". "Da vegetariana – conclude l'ex ministro – ho ripetuto tante volte che se i consumatori potessero vedere quel che accade nei macelli, o in certi allevamenti, probabilmente non mangerebbero più carne. Mi riferivo a macelli, o allevamenti, "in regola" almeno con le leggi. Ma chi arriva al punto di far calpestare dei pulcini vivi non è in regola neppure con la coscienza e con l'umanità. Calpesta, in nome del profitto, anche il principio fondamentale del rispetto della vita".