
Il servizio è stato confermato anche per il prossimo anno
Brescia, 7 luglio 2017 - Ansia, difficoltà di relazione con i compagni, problemi familiari. La preadolescenza dei ragazzi bresciani è tutt’altro che spensierata. Lo hanno rilevato gli psicologi che hanno gestito gli sportelli nelle 20 scuole medie cittadine. Lo spazio di ascolto psicologico è stato promosso, per il terzo anno, dall’assessore alla scuola Roberta Morelli, in un’ottica di educazione alla salute e al benessere degli studenti. "Lo abbiamo istituto – spiega Morelli – per rispondere alla richiesta dei dirigenti scolastici. Non è una terapia, né un percorso terapeutico, ma un aiuto momentaneo che serve anche ad intercettare problemi importanti". La gestione è affidata al Servizio di formazione consulenza psicopedagogica della cooperativa sociale “Fraternità creativa Onlus”.
Il progetto è stato confermato anche per il prossimo anno: tra 2017 e 2018, la spesa è di poco più di 32.000 euro, finanziati dall’assessorato. Tra aprile e giugno di quest’anno, sono stati 349 gli studenti delle scuole medie che si sono rivolti allo psicologo a scuola di cui la maggioranza (221) sono state ragazze. Chiedono aiuto soprattutto i più piccoli, con 181 studenti del primo anno. In aumento gli stranieri, 100 in tutto, ancora pochi però in rapporto alla presenza nelle scuole. "Facciamo fatica – commenta Alessandra Mattanza, coordinatrice del plesso Romanino – a far capire ai genitori stranieri che lo sportello non è uno strumento di indagine, ma un’opportunità per i ragazzi". I giovani arrivano a scuola con un carico di disagi.
Al primo posto ci sono le difficoltà di relazionarsi con i compagni (85 studenti); 5 hanno confessato di fare i bulli. Solo 2 hanno segnalato dipendenza da Internet e videogiochi, ma è solo la punta dell’iceberg per un fenomeno molto più diffuso tra i giovani e di cui c’è forse scarsa consapevolezza. Nei colloqui con gli psicologi torna spesso il problema dell’ansia e la difficoltà di gestire la rabbia (24 studenti in tutto). Molti i giovani che fanno fatica anche ad esprimere le proprie emozioni o a gestire i rapporti con gli adulti. Ci sono poi le problematiche relative alla dimensione familiare. "Al primo posto – spiega Stefano Chiari, di Fraternità creativa – ci sono i problemi legati alle separazioni o a violenze domestiche. Ci sono poi diversi ragazzi che hanno difficoltà a relazionarsi con la madre".
Molto più esiguo il capitolo dell’apprendimento scolastico, anche perché spesso lo scarso rendimento a scuola è sintomo di problemi legati alla sfera relazionale o familiare. Numeri piccoli, ma non da sottovalutare, infine, riguardano l’area personale: due i casi di autolesionismo registrati, che per gli esperti non sono comunque da ricondurre al fenomeno Blue Whale.