FEDERICA PACELLA
Cronaca

Brescia, prostitute bambine e riti vodoo: "Le schiave ora vivono in casa"

Marina Guerrini, referente dell’Unità di strada Caritas parrocchiale San Rocco di Ospitaletto da vent’anni il sabato sera percorre le strade dove giovanissime sono costrette a vendersi

Baby prostituzione

Brescia - Quando arrivavano i volontari, Angela chiedeva di salire in ambulanza per dormire un po’, al caldo, sotto la coperta. Aveva solo 14 anni, ma diceva di averne 18. "Lo abbiamo saputo anni dopo, quando l’abbiamo incontrata a Bergamo, in occasione di una iniziativa sulle vittime di tratta", racconta Marina Guerrini, referente dell’Unità di strada Caritas parrocchiale San Rocco di Ospitaletto, che da 20 anni il sabato sera percorre le strade della prostituzione, tra Brescia e hinterland, grazie al camper della Croce bianca cittadina. "Non dimentico anche la prima ragazza che ho incontrato. Non rammento il nome, ma ricordo che sul ciglio della strada, accanto a lei, aveva una bambola".

Dopo Covid, il fenomeno della prostituzione su strada ha subito un calo radicale. "Prima ne incontravamo anche 30, 40 ora sono una decina, soprattutto nigeriane e romene. Portiamo loro un bicchiere di latte, chiediamo se hanno bisogno di aiuto". I numeri, però, non sono indice del calo del fenomeno. Da tempo, infatti, la prostituzione si è trasferita negli appartamenti. A volte, le ragazze aspettano comunque i clienti per strada (come accade nelle traverse di via Milano), ma molte sono semplicemente invisibili. "L’esperienza dei Padri Somaschi di Milano, a cui ci appoggiamo, ci dice che negli appartamenti c’è tanta violenza. Le ragazze stanno chiuse lì dentro tutto il giorno, non imparano neanche l’italiano e c’è tutto il problema degli aborti". La violenza c’è anche sulla strada, soprattutto quella psicologica.

"Le storie sono le stesse di sempre. Le ragazze romene vengono portate qui dai fidanzati, con la promessa di un buon lavoro. Quando salgono in ambulanza, dopo cinque minuti suona il cellulare, segno che il “fidanzato“ le richiama al dovere". Tra le nigeriane, che hanno tra i 17 e 19 anni, tante sembrano essere ancora vittime del ricatto dei riti voodoo. "Devono versare soldi alla madame, che però è lontana, per cui in ambulanza si fermano anche una mezz’ora. È difficilissimo che cambino vita, sono convinte che se non ripagano il debito capiterà qualcosa di terribile a loro o alle famiglie". Dall’altra parte c’è il cinismo dei clienti, a volte giovanissimi.

«Ci capita di incontrare 18enni a cui gli amici hanno regalato la notte con la nigeriana o la romena. Noi cerchiamo di andare nelle scuole, per spiegare che queste donne sono vittime di tratta e di violenza". In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, i volontari dell’Unità di strada porteranno la loro testimonianza il 24 alle 20,30 al teatro Agorà di Ospitaletto, dove sarà proiettato il film “Princess“. Durante la serata, realizzata da parrocchia di San Giacomo, assessorato alla Cultura del comune di Ospitaletto, Unità di Strada, Casa Betel 2000 e Centro Migranti Est Brescia; previsto anche l’intervento di don Roberto Ferranti, della Diocesi di Brescia.