MILLA PRANDELLI
Cronaca

Simonetta, baby-prostituta per l’alcol

Brescia, il dramma di una quattordicenne che prova a risollevarsi dal baratro. Per bere è arrivata a vendersi in strada e online

Ragazzine e alcol

Palazzolo sull'Oglio (Brescia), La prima volta a dieci anni. Un bicchiere da sola, a casa dei genitori, che allora erano ancora sposati ma non andavano d’accordo. Sempre fuori per lavoro, avevano poco tempo per curarsi della figlia. In sala, a farle compagnia, c’era un fornito frigo bar con whisky, vodka, grappa, amari e tanti altri superalcolici. Nessuno ha mai pensato di chiuderlo a chiave. Le prime volte, quelli rubati, non erano che alcuni sorsi. Poi quando mamma e papà si sono separati sono diventati bicchieri. Uno dopo l’altro, in una parabola ascendente culminata nella prostituzione per pagare il vizio.

Simonetta (nome di fantasia) è una ragazzina bresciana. Da qualche settimana è entrata in una struttura assistenziale: la famiglia ha scoperto che era ammalata di alcolismo. Tanto che per procurarsi da bere per qualche mese è addirittura arrivata a vendere il suo corpo. Simonetta ha compiuto 14 anni da poco. E l’alcol ha già minato il suo fisico e la sua mente. A raccontare la sua storia è Angelo F. portavoce degli Alcolisti Anonimi di Palazzolo sull’Oglio. «Quella di questa ragazzina potrebbe essere la storia di una delle tante adolescenti che abusano di sostanze alcoliche. Durante gli ultimi 12 mesi abbiamo scoperto che il consumo di alcol tra i ragazzini delle medie è sempre più preoccupante. E a impensierirci maggiormente è il fatto che a prediligere le ubriacature siano le ragazzine, quando non le bambine. Simonetta era una di loro. Incontrarla, anche per noi che abbiamo visto davvero di tutto, è stato traumatico. Ci ha detto che a casa sua non c’era mai nessuno. Così, un po’ per gioco, un giorno ha bevuto della vodka. È stata bene. A poco a poco l’abitudine è diventata quotidiana. Quando i suoi si sono divisi, forse per il senso di colpa, hanno iniziato a darle mance sostanziose. Lei ha sempre speso tutto per comprare alcolici, che ci ha raccontato, ha comprato nei supermercati e nei bar di tutta la Lombardia. Nessuno le ha mai detto no, forse anche perché truccata sembrava molto più grande della sua età».

Poco a poco Simonetta ha avuto bisogno di assumere sempre più sostanze alcoliche: anche oltre a un litro al giorno di bevande con gradazione superiore ai 20 gradi. Per lei il tempo passava aspettando di «bere il prossimo bicchiere» .«La vicenda che l’ha vista protagonista è da incubo – ha continuato Angelo F. – mentre era ubriaca stava al computer e chattava. Poi andava a letto, nella speranza di non incrociare lo sguardo del genitore da cui era ospitata in quel periodo. Prima di andare a scuola beveva e finite le lezioni pure. Nel frattempo ha iniziato a cercare soldi. Così ha iniziato a vendersi al pubblico maschile sia online sia per strada, in varie località lombarde, lontane dal suo paese. Ci andava in treno, completamente ubriaca, in attesa solo di qualche manciata di euro utile a comprare da bere. Finalmente la madre se ne è accorta. Ora Simonetta viene aiutata da specialisti e volontari come noi. La sua non è la prima storia di questo tipo. Ci siamo occupati di diversi casi simili. Tra le ragazzine che abbiamo assistito una ha appena compiuto 21 anni e da poco è uscita dalla comunità». Secondo i dati forniti dal Ministero della salute i ragazzini in Italia cominciano a bere attorno agli 11 anni. Alcuni anche prima.