Progetto di depurazione del Garda "No a mescolare acque diverse"

Ecco il parere legale contro l’opera idraulica richiesto dal Coordinamento “9 agosto che da oltre un anno staziona sotto la sede della Prefettura perché contrario all’impianto

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di Federica Pacella

"È illegittimo un progetto che vada a mescolare le acque di bacini idrici diversi, a maggior ragione se uno ha già problemi di scarsità d’acqua". A queste conclusioni arriva il parere legale espresso dall’avvocato Pietro Garbarino, nel documento predisposto dalla Coordinamento ‘9 agosto’, che da oltre un anno staziona sotto la sede della Prefettura di Brescia, contro il progetto di depurazione del Garda, che prevede due impianti a Gavardo e Montichiari e scarico nel Chiese.

Poiché è in corso la fase della progettazione definitiva dei nuovi impianti che scaricherebbero nel Chiese (fiume che appartiene al bacino idrografico diverso da quello del Sarca-Mincio-Garda), il coordinamento ha redatto uno studio di contenuto tecnico-scientifico e giuridico, che è stato già presentato ieri mattina al rettore dell’Università degli studi di Brescia, Francesco Castelli, e che sarà portato anche sul tavolo del commissario straordinario (il prefetto Maria Rosaria Laganà).

Dal combinato disposto di diverse norme (Codice dell’Ambiente, direttiva 200060Ce, decreto ministeriale 131 del 2009), è emerso che è necessario "non mescolare le acque di un bacino fluviale, con quelle di altro corpo idrico, aventi diversa origine, corso, morfologia", e ciò a maggior ragione "là dove l’eventuale apporto di acque proveniente da altro bacino sia dovuto ad acque reflue dall’uso civile, anche se depurate e trattate, in quanto l’uso pregresso ed il successivo trattamento non solo alterano comunque la qualità originaria di quell’acqua, ma certamente apportano una differente qualità idrica, certamente non eccelsa, dentro un corpo idrico a sua volta diverso e con le proprie particolarità. Qualora poi tale corpo idrico possa avere in sé problemi di scarsità d’acqua o di stress della risorsa idrica, la non mescolabilità diverrebbe un espresso e tassativo obbligo".

Per questo, il progetto di Gavardo-Montichiari non può "avere alcuna legittimità".

Il documento evidenzia anche le criticità ambientali del fiume Chiese, che, sulla base di dati Arpa, si trova in uno stato ecologico sufficiente, sotto il livello di ‘buono’ richiesto dall’Europa. "Aspettiamo di capire se la Regione – commenta Sergio Aurora, attivista – stanzierà i fondi per un nuovo studio di valutazione dell’impatto dei reflui sulla qualità del fiume Chiese".