Jessica Mantovani, trovata cadavere nel torrente: tracce di sangue incastrano gli indagati

Brescia, svolta dagli accertamenti del Ris nella casa di un conoscente della ragazza

La vittima, Jessica Mantovani

La vittima, Jessica Mantovani

Prevalle (Brescia), 22 aprile 2020 - Il sangue “acceso” dal Luminol a casa di Giancarlo Bresciani, il 50enne di Prevalle indagato con il vicino Marco Zocca, 23 anni, per l’omicidio e l’occultamento di cadavere di Jessica Mantovani, è della vittima. E le tracce non sarebbero di origine mestruale, ma compatibili con l’esito di un atto violento, forse una colluttazione con successiva epistassi. Svolta dai tamponi del Ris di Parma sui reperti biologici raccolti dai carabinieri della Scientifica per risolvere il mistero della 37enne di Villanuova sul Clisi trovata morta lo scorso 13 giugno nella vasca di scolo della centrale idroelettrica Dwk a Prevalle. A distanza di mesi dai laboratori arrivano le prime risposte: le chiazze ematiche isolate su una parete della camera da letto di Bresciani, un materasso, una coperta e un divano hanno il Dna della donna. "Aveva il ciclo" si era giustificato il cinquantenne. Tamponi specialistici però lo smentiscono. "Forse la verità è vicina" sospira Giovanni Mantovani, il padre della vittima, assistito dall’avvocato Marino Colosio.

Dipendente dalla cocaina, Jessica capitava si prostituisse per le dosi. Il signor Mantovani ha sentito l’ultima volta la figlia sera del 12 giugno. Lei era da Bresciani e alle 20,30 l’aveva chiamato dal cellulare dell’amico per essere riportata a casa. "È uscita per conto suo" gli ha riferito poco più tardi l’uomo. Il sospetto è che sia stata uccisa – l’autopsia ha evidenziato naso e due costole rotti e nessuna traccia di acqua nei polmoni – e buttata nel canale. Per Andrea Gentilomo, direttore della scuola in Medicina legale della Statale di Milano incaricato dalla famiglia, Jessica è stata picchiata e portata esanime laggiù. Sotto indagine c’è anche il giovane Marco Zocca. Aveva negato di conoscere la vittima, ma dall’esame dei tabulati risultano tra maggio e giugno 59 chiamate a casa Mantovani. E la notte tra il 12 e 13 giugno avrebbe scambiato 14 sms con Bresciani riferendosi a lei. Sulla sua Fiat Panda sono state isolate tracce di sangue, ancora in fase di esame.