Pregiudicati e prime volte: ecco gli arrestati

L’erede dei Bellocco già condannato in via definitiva nel 2005 è il nome di punta dei tanti sodalizi attivi in Lombardia con legami in Calabria

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Un sodalizio tra calabresi e lombardi di matrice ‘ndranghetista, ritiene la procura, ben rodato per commettere reati fiscali, evadere le tasse, riciclare denaro. È quello che secondo l’accusa avevano costituito gli arrestati, tutti pregiudicati - tranne poche eccezioni - con un curriculum movimentato e variegato alle spalle, dai reati predatori appunto alla mafia, passando per i reati fiscali. Si parla di di Umberto Bellocco, classe 1983, di Reggio Calabria, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine e già condannato in via definitiva nell’ambito dell’inchiesta della DDA di Brescia ‘Nduja (2005). Soprannominato ‘chiacchiera’, il 29enne è il nipote dell’omonimo capo storico della cosca che porta il suo cognome, morto nel 2022 e ritenuto il boss indiscusso dell’organizzazione in Lombardia. In cella sono finiti anche Francesco Mercuri, 43enne di Gioia Tauro di casa a Albano Sant’Alessandro (Bergamo), Antonio Macrì, 32enne calabrese sempre di Sant’Alessandro, Natale Rullo, classe 1986, di Saronno (Varese) in manette con il fratello Pasquale, 1990, residente a Beregazzo (Como), gli ultimi due incensurati e accusati di aver portato ambasciate riservate per conto del clan. E ancora, l’ordinanza, firmata dal gip Francesca Grassani, è stata notificata a Rocco Bellocco, classe 1952, di Rosarno, e alla compaesana Maria Serafina Nocera, 1958. A Francesco Fiumara, 1956, sempre di Rosarno, e a Francesco Benito Palaia, 49enne di Taurianova, (noto come’Italia-Italiani’), a Umberto Cristello, 1967, di Seregno (Monza Brianza), gli ultimi due nei guai per concorso esterno alle attività ‘ndranghetiste.

Arrestati poi Michele Zerbini 52enne di Villongo (Bergamo),Reddi Plevani, classe 1957 di Credaro (Bergamo), Renato Galante, classe 1966, di Stezzano (Bergamo), un incensurato, Daniele Rota, classe 1955, di Bergamo, infine Mariano Cosentino, classe 1955, di Covo (Bergamo), a sua volta incensurato. Domiciliari infine per il bresciano a Giovanni Borgia, classe 1959, di casa a Nave (Brescia). Tra i 42 indagati ci sono anche sei imprenditori di Brescia, che stando alla tesi accusatoria beneficiavano dei servizi fraudolenti offerti dal clan.B.Ras.