Poveri invisibili ai servizi sociali: "Rinunciavano anche alle cure"

Brescia, il presidente di Auser: l’inflazione ha messo in ginocchio i fragili

Poveri invisibili ai servizi sociali: "Rinunciavano anche alle cure"

Poveri invisibili ai servizi sociali: "Rinunciavano anche alle cure"

Fragili e soli, ma quasi invisibili, se non agli occhi dei servizi sociali dei Comuni o delle associazioni a cui si rivolgono per un aiuto. Sono i pensionati più vulnerabili, quelli che, per vari motivi, hanno pensioni minime. Lo sa bene Giuseppe Gambarelli, presidente Auser provinciale di Brescia. "Questo non esaurisce il mondo dei pensionati – precisa Gambarelli – in cui coesistono persone più vulnerabili con chi invece ha un buon tenore di vita. Quelli che vediamo noi, però, sono soprattutto i primi. L’aumento dell’inflazione degli ultimi anni, in particolare, ha colpito chi aveva le pensioni basse: ho visto persone rinunciare a spese importanti, come le cure, perché aveva redditi assolutamente insufficienti".

Non si parla solo di pensioni assistenziali, ma anche di vitalizi sui 1.000 euro, e che si rivolgono ad associazioni come Auser per poter avere il buono mensa di 100 euro per mangiare, a fronte di attività per il sociale. "Sono persone che magari hanno iniziato tardi a lavorare, che non hanno una casa perché non sono mai riusciti ad acquistarla. Ci sono anche quelli che sono in carica alla Caritas, che magari alla pensione non ci sono ancora arrivati, e che hanno anche perso il reddito di cittadinanza, ma che non lavoreranno mai, perché hanno problemi importanti, di salute o di altro genere". Situazioni di disagio che sembrano, però, essere scomparsi dai radar dell’interesse generale. "Non dico che il reddito di cittadinanza fosse la soluzione, ma almeno impediva di far arrivare molte di queste persone alla disperazione. Invece è passato il messaggio che i destinatari fossero tutti lazzaroni. In realtà si è persa la cognizione di queste fragilità". D’altro canto molti pensionati, pur con vitalizi bassi, reggono le sorti anche dei figli e delle loro famiglie. "Sono tanti a farlo. Non solo: senza i volontari ‘anziani’ molti servizi sociali farebbero fatica ad andare avanti, perché queste persone sono risorse preziose per tutta la società". F.P.