Positivi raddoppiati, ma per i medici è stallo

Nelle ultime tre settimane l’indice dei nuovi casi è passato dal 6,7% al 12,5%. I camici bianchi tranquillizzano: "Molti sono asintomatici"

di Federica Pacella

Misure anti-Covid allentate dall’1 aprile, ma intanto i casi di positività sono in crescita. Solo nell’ultima settimana, da lunedì 21 a venerdì 25 marzo, in Lombardia si sono registrati 35.817 nuove positività. Per avere un dato di confronto, nella prima settimana del mese (28 febbraio- 4 marzo) i nuovi positivi erano stati 20.559. In aumento anche il tasso di positività rispetto ai tamponi totali effettuati: se l’1 marzo, quelli positivi erano il 6,7% del totale, venerdì 25 marzo era arrivato al 12,5%. "Stiamo registrando da qualche giorno un aumento del numero di positivi, dato che è coerente all’intera regione Lombardia ed a livello nazionale", spiega Claudio Sileo, direttore generale di Ats Brescia, tra le realtà più colpite dalle precedenti ondate di pandemia, dove da ormai 4 giorni si è tornati a superare i 1.000 positivi al giorno. "Il nostro andamento in Ats Brescia è in linea, anzi per certi aspetti, percentualmente inferiore rispetto all’incremento di altre province, in particolare quella di Milano, in proporzione alla popolazione".

Ma a cosa è dovuto l’incremento? "Sostanzialmente è dovuto alla circolazione della variante detta Omicron 2, che anche nel nostro territorio ha superato ormai il 50%, avvicinandosi al 60% di casi positivi sul totale. Questa variante sta risultando essere molto più coraggiosa della Omicron 1. Gli effetti tuttavia, e per fortuna, sono meno rilevanti dal punto di vista della malattia. Sta facendo effetti positivi la campagna vaccinale anche con le dosi booster, che si avvicina all’80%. Il vaccino protegge, dunque, la popolazione che, nonostante si infetti o si re-infetti, non sviluppa una malattia tale da richiedere l’accesso al Pronto soccorso o il ricovero ospedaliero". La maggior parte dei positivi, infatti, sono asintomatici o pauci-sintomatici, quindi gestibili a livello domiciliare. Per questo, per ora gli ospedali non registrano pressioni né nei reparti ordinari né nelle terapie intensive. "Restano costanti i ricoveri in area ordinaria dopo un brusco calo nelle settimane scorse – prosegue Sileo – si può dire che, in generale, siamo in una fase di stallo: tanti pazienti entrano, tanti escono. Sul fronte ospedaliero, però, possiamo dire che non ci sono preoccupazioni". Oltre alla variante Omicron 2, sul nuovo aumento di contagi pesa anche l’allentamento delle misure, che indubbiamente hanno portato ad una maggiore probabilità e possibilità di contagio. "Sappiamo bene che la vaccinazione protegge soprattutto dalla malattia, mentre non è così protettiva nei confronti del contagio, tanto che abbiamo una percentuale significativa di persone reinfettate anche con dose booster". Dall’1 aprile, le misure di contenimento della pandemia saranno ulteriormente allentate, per cui ci si può aspettare un ulteriore aumento dei positivi, nonostante quasi 7 milioni di lombardi abbiano già fatto anche la terza dose.

"Complessivamente monitoriamo l’andamento, a livello locale e nazionale, anche in vista delle misure che stanno per essere adottate. Tuttavia, la situazione clinica è tranquilla. Non si può parlare di quinta ondata, se intendiamo per ondata anche un riflesso significativo su degenza e ricoveri ospedalieri, che per ora non ci sono".