Il calo degli studenti condizionerà anche l’organizzazione scolastica, nell’ottica di un dimensionamento. "L’indicazione che viene dalla Regione è molto chiara – spiega l’assessora all’Istruzione del Comune di Brescia, Anna Frattini (nella foto) –bisogna ridurre gli istituti comprensivi. Abbiamo una prospettiva di tagli considerevoli rispetto ai quali non abbiamo margine". Il lavoro di cesello fatto dagli uffici comunali del settore scuola, a Brescia, ha fatto sì che siano garantiti i numeri necessari a tenere in vita i 12 Istituti comprensivi presenti sul territorio comunale per i prossimi anni. "Abbiamo mantenuto dei punti fermi – sottolinea Frattini – non ridurre i comprensivi e non chiudere plessi scolastici per salvaguardare i posti di lavoro ed evitare conseguenze per l’organizzazione delle famiglie, mantenendo anche il più possibile la continuità didattica".
La riduzione dei minori, del resto, non è senza conseguenze. "Diminuiscono le classi di primarie e medie, ma – sottolinea Frattini – abbiamo un’impennata di richieste per i nidi, per cui l’offerta e gli spazi saranno rimodulati in linea con queste trasformazioni della società". A Brescia si è cercato di lavorare non solo sui numeri, ma anche sulla tipologia di utenza inserendo nei Comprensivi scuole ‘omogenee’ per tipologia di utenza: è nato così un Ic da ben 1.600 studenti. Altrove, come nel centro, ci sono invece state molte resistenze, da parte delle famiglie, nell’includere, nello stesso comprensivo, scuole storicamente con una presenza quasi totale di studenti con background migratorio e scuole con percentuali decisamente inferiori. "Sono emerse posizioni rigide, date da alcuni pregiudizi. È importante aprirsi al dialogo anche tra istituti comprensivi". F.P.