FEDERICA PACELLA
Cronaca

Piazza della Loggia. Una piazza gremita e quegli otto rintocchi. Il ricordo e le lacrime

La lettera di Beatrice Bazoli alla madre morta nell’attentato ha chiuso la cerimonia. "Sono cresciuta con un’ala spezzata".

Piazza della Loggia. Una piazza gremita e quegli otto rintocchi. Il ricordo e le lacrime

Piazza della Loggia. Una piazza gremita e quegli otto rintocchi. Il ricordo e le lacrime

Una piazza così gremita non la si vedeva da tempo a Brescia. In migliaia hanno voluto rendere omaggio ieri alla stele dei Caduti di piazza della Loggia, a ciò che il 28 maggio di 50 anni fa ha rappresentato per la città, per l’Italia, per la tenuta della democrazia. Nonostante il sole, tornato a splendere su Brescia nell’arco della mattinata dopo giorni di pioggia, c’è chi ha voluto aprire degli ombrelli neri, tra i simboli del 28 maggio del 1974, che ricorrono anche nelle immagini dei funerali di pochi giorni dopo. In piazza, quest’anno, c’era anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha reso omaggio ai Caduti, accompagnato da un lunghissimo applauso, sfumato nella canzone “Generale” di Francesco De Gregori quando il presidente ha lasciato la piazza. Tra i momenti più toccanti della mattinata, la lettera di Beatrice Bazoli, figlia di una delle vittime, letta da Don Fabio Corazzina. "Parto da due parole che da 50 anni non pronuncio più: ‘“Ciao mamma”", esordisce la lettera, con cui ha ricordato il dolore personale di esser cresciuta "con un’ala spezzata" ma la consapevolezza che chi, quella mattina, era in piazza, è tutt’oggi un esempio, perché il diritto di manifestare è parte integrante della democrazia. Le parole di Beatrice Bazoli hanno chiuso la cerimonia che si era aperta, attorno alle 9, con il corteo delle istituzioni, dalla sindaca Laura Castelletti al vescovo monsignor Pierantonio Tremolada, alle autorità militari e civili. Ad accompagnarli, anche la musica di una giovanissima studentessa del liceo Fermi, italiana di seconda generazione che ha dedicato il suo brano in lingua araba alla memoria delle vittime della Strage.

Alle 10,12, gli 8 rintocchi delle campane, risuonate nel silenzio di piazza Loggia, hanno ricordato le vittime della strage: Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Clementina Calzari Trebeschi, Euplo Natali, Bartolomeo Talenti, Alberto Trebeschi, Vittorio Zambarda. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil nazionale, ha preso la parola subito dopo, sul palco. "La strage di Brescia si colloca nel pieno della stagione del terrorismo neofascista: questa è la verità da ribadire". Secondo Landini, oggi, "il modo migliore per ricordare chi ha perso la vita è dire chiaramente che la nostra carta costituzionale non va cambiata". Appelli alla pace e slogan contro la Nato sono stati riproposti dal corteo degli antagonisti, partito da via San Faustino attorno alle 9 (con qualche battibecco con una signora che aveva esposto al balcone la bandiera di Forza Italia), che in piazza si è fatto sentire durante il discorso di Landini. Più pacata la scelta dei firmatari della denuncia sulla presenza di armi nucleari nelle basi di Ghedi e di Aviano (Luigino Beltrami, Giuseppe Corioni, Ezio Corradi) che hanno fatto arrivare a Mattarella, tramite la Questura, la lettera su pericolosità e rischi di chi vive attorno alla base militare di Ghedi.