Piazza della Loggia: il 17enne Marco Toffaloni era già noto alle forze dell’ordine

Il suo nome era contenuto in un elenco di estremisti di destra trasmesso dalla Questura di Verona a quella di Brescia nel maggio del 1974

La scena della strage in piazza della Loggia e Marco Toffaloni

La scena della strage in piazza della Loggia e Marco Toffaloni

Brescia – Il nome di Marco Toffaloni era contenuto in un elenco trasmesso dalla Questura di Verona a quella di Brescia nei giorni successivi alla morte, avvenuta il 19 maggio 1974, del giovane estremista di destra Silvio Ferrari che saltò in aria per lo scoppio di una bomba sul suo motorino.

La novità è emersa nel racconto in aula del colonnello del Ros dei carabinieri Massimo Giraudo, uno dei testimoni più rilevanti del processo all'allora giovanissimo 'Tomaten' imputato nel processo davanti al Tribunale dei Minori nel nuovo capitolo d'indagine sulla strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974, l'attentato di matrice fascista di cui uno dei 'prodromi' fu proprio la morte di Ferrari. Giraudo, che ha condotte le indagini più recenti dell'intricato cammino giudiziario su uno degli episodi centrali della stagione delle stragi, si è soffermato sul quel documento che gli inquirenti veronesi inviarono ai bresciani, su richiesta di questi ultimi, relativo ai partecipanti al funerale di Ferrari. Tra il 19 e il 28 maggio cinque di loro vennero arrestati. Non c'era Tomaten, così veniva soprannominato per il rossore in viso dovuto alla timidezza il ragazzino oggi residente in Svizzera che viene processato davanti ai giudici per i minori, e, per questa ragione a porte chiuse perché all'epoca aveva 17 anni.

Ora si apprende che il suo era un nome su cui l'attenzione delle forze di polizia era alta. Giraudo ha ricostruito in modo molto dettagliato le origini e l'organizzazione "paramilitare" di Ordine Nuovo collocando Toffaloni tra i 'maghetti' nel filone esoterico- orgiastico della formazione eversiva. Nell'udienza di giovedì prossimo proseguirà la sua deposizione, mentre il 18 giugno dovrebbe entrare nel vivo il secondo processo scaturito dalle indagini più recenti, quello a Roberto Zorzi, anche lui accusato di avere messo la bomba in piazza della Loggia che uccise 8 persone e provocò un centinaio di feriti. La difesa di Zorzi ha annunciato che chiederà alla Corte d'Assise di sentire come testimone Donatella Di Rosa, nota come 'Lady Golpe', che ha denunciato il colonnello e consulente della Procura bresciana per stalking.

Secondo il racconto della donna, sarebbe stata avvicinata da Giraudo per essere sentita come testimone in quanto all'epoca della strage frequentava ambienti di estrema destra. In vista dell'udienza, i vertici del Tribunale di Brescia hanno denunciato nei giorni scorsi che "mancano i giudici per il processo e i nostri appelli al Csm per averli sono stati finora inascoltati".