La difficoltà di accedere alle abitazioni è un problema anche per il terzo settore: a rischio ci sono percorsi di inclusione ed integrazione. "Diventa sempre più difficile avere accesso ad immobili per persone con fragilità – sottolinea Romina Rasa, della cooperativa Il Calabrone di Brescia – e questo mette a rischio anche i percorsi per l’autonomia". Nei giorni scorsi, il Coordinamento nazionale comunità accoglienti (CNCA) della Lombardia ha lanciato l’allarme, chiedendo un intervento pubblico: i prezzi fuori controllo e il predominio della rendita costringono ad esempio gli operatori del Terzo settore ad inserire famiglie accompagnate in abitazioni dallo spazio insufficiente, mettendo a rischio il successo del lavoro di integrazione. "In Italia – commenta Domenico Bizzarro, direttore Agenzia per la casa che riunisce sei enti del terzo settore ed il Comune di Brescia, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di affitti – l’ultima politica sulla casa e del 1970. Nel frattempo, le città sono sempre più attrattive di flussi, perché qui si concentrano le maggiori risorse economiche, i trasporti, i servizi".
Cercare di invertire i flussi, con affitti da un euro per chi va a vivere nei paesi più periferici, non funziona se poi sul territorio non ci sono scuole, negozi, attività che danno occupazione. "Bisogna rendere utilizzabili le case carenti di manutenzione. Solo a Brescia, secondo un censimento non ufficiale, ci sono 16mila alloggi da mettere a posto. A livello regionale, si parla di 11mila alloggi pubblici che non sono affittati perché serve la manutenzione. Come Agenzia per la casa stiamo avviando un progetto per riutilizzare alloggi, con attenzione a chi si trova in condizione di poter pagare un affitto ma non trova casa. A New York chi ha abitazioni dove non risiede può affittarle solo per pochi giochi al mese. Serve un intervento a livello nazionale". F.P.