Padre a giudizio per presunti abusi sulle figlie: "Lo vedevo infilarsi nel loro letto"

La madre ha raccontato la decisione di denunciare. L’uomo respinge le accuse

Abusi

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E’ a processo per violenza sessuale aggravata nei confronti delle due figlie, che avrebbe molestato ripetutamente da quando avevano non più di 10 anni. Imputato è un quarantenne della Tunisia, che dopo essere finito in carcere in nord Africa per la medesima vicenda - e assolto con formula dubitativa in primo grado, mentre del processo d’appello non v’è certezza dell’esito - ora affronta il giudizio in Italia per i presunti abusi compiuti in precedenza, quando viveva a Brescia. La vicenda è stata ricostruita, davanti al giudice Mauro Liberti, dalla seconda moglie dell’imputato, una connazionale che l’aveva sposato nel 2009 e dal quale ha avuto altri due figli. Ha raccontato di avere assistito a violenze di ogni genere, anche botte - il reato di lesioni però ormai è prescritto - nei periodi in cui le bimbe, oggi 19enni, all’epoca affidate a una parente in Tunisia, venivano in Italia in vacanza, a trovare il padre. Tutto sarebbe iniziato nel 2011-12. "Più volte mi sono svegliata la notte e l’ho visto infilarsi nei loro letti, vedevo dei movimenti di mani sotto le coperte. Soprattutto la bimba più vivace era presa di mira. Fu lei a chiedermi di non lasciarle più sole con lui perché mio marito appena poteva le toccava nelle parti intime, le baciava in bocca, le spiava mentre facevano la doccia e le picchiava se rifiutavano avances. Mi è capitato di vederlo cingerle da dietro per poter sentire il suo corpo contro il loro".

I racconti delle bimbe, cui la matrigna inizialmente non aveva dato peso, si fecero più circostanziati dal 2015, quando la coppia si trasferì in Tunisia e la famiglia si riunì sotto lo stesso tetto. Adolescenti, le bambine denunciarono gli abusi a scuola. Il padre finì in prigione e processato. "Sapendo che dopo l’assoluzione sarebbe uscito dal carcere e sapendo che è pericoloso, ho deciso di scappare per proteggere le ragazze. Sono tornata in Italia con loro, insieme abbiamo sporto denuncia". Si continuerà il 3 novembre. L’imputato nega.