MILLA PRANDELLI
Cronaca

Marcheno, operaio morto con il cianuro: la famiglia chiede la verità

No all’archiviazione dell’inchiesta sul decesso di Giuseppe Ghirardini, ex addetto della Bozzoli

Giuseppe Ghirardini fu trovato morto con un’esca al cianuro nello stomaco

Brescia, 24 dicembre 2020 - La famiglia di Giuseppe Ghirardini si è opposta alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta per istigazione al suicidio in merito alla morte del congiunto: l’operaio della Bozzoli di Marcheno scomparso sei giorni dopo il suo datore di lavoro Mario Bozzoli, il cui corpo non è mai più stato ritrovato. L’udienza durante cui i legali dei famigliari di Ghirardini hanno presentato l’opposizione è durata due ore e mezzo e si è svolta in Tribunale a Brescia.

Ghirardini, il cui eventuale ruolo nella vicenda che per molti lati resta oscura, nel 2015 fu ritrovato morto a Case di Viso di Ponte di Legno, in Valle Camonica, con un’esca al cianuro nello stomaco. Sotto inchiesta erano finti Alex e Giacomo Bozzoli, fratelli e nipoti dell’imprenditore scomparso. La Procura Generale che aveva condotto le indagini, non escludendo l’ipotesi accusatoria ma spiegando che non c’erano elementi certi per poterla confermare, ha chiesto nuovamente l’archiviazione così come la difesa dei due accusati. Le parti civili hanno invece chiesto nuove indagini. "Il nostro non è accanimento, ma voglia di capire davvero che cosa è successo perché non abbiamo mai creduto all’ipotesi del suicidio" ha spiegato l’avvocato Maurizio Simini, legale della famiglia dell’operaio morto. Il giudice ha annunciato che scioglierà la riserva dopo Natale.

Il prossimo 4 gennaio comincerà invece davanti alla Corte d’assise di Brescia il processo per la morte dell’imprenditore Mario Bozzoli, e l’unico imputato è il nipote Giacomo, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario premeditato e distruzione di cadavere. Ai tempi sia Bozzoli sia Ghirardini vennero cercati con tutti i mezzi possibili, impiegando unità cinofile. Per Bozzoli non ci fu nulla da fare. Non se ne trovò mai traccia. Tra le ipotesi c’era quella che fosse stato gettato in un forno fusorio. Ghirardini fu trovato morto Case di Viso, che dalla Valtrompia e da Marcheno, dove viveva l’operaio, dista 100 chilometri e due valichi.