
La casa in cui è stato trovato morto Francesco Squaratti
Ono San Pietro (Brescia), 25 febbraio 2019 - Ono San Pietro e l’appartamento dove Pasquale Iacovone uccise i due figli Davide e Andrea tornano a tingersi di giallo. Il bilocale dove il padre assassino appiccò l’incendio in cui perirono i due figlioletti, morti carbonizzati, è diventato teatro di un’altra triste vicenda, ancora dai contorni così poco chiari da fare decidere alla Procura di aprire un’inchiesta, che non va assolutamente a toccare quella che riguarda i fatti del 2013 se non per la coincidenza del luogo.
Nelle stesse stanze dove Andrea e Davide esalarono l’ultimo respiro, difatti, venerdì mattina è stato trovato il corpo di Francesco Squaratti: un uomo di 43 anni originario di Borno che, da qualche tempo, viveva nel bilocale, nel frattempo restaurato e completamente rinnovato.
A rinvenire la salma è stato il titolare dell’agenzia di pompe funebri con cui Scatratti collaborava quando libero dal suo lavoro di commesso. Secondo quanto emerso, Scaratti avrebbe dovuto presentarsi all’agenzia di pompe funebri per un servizio ma non è mai arrivato. Il proprietario ha così deciso di andare a casa sua per controllare, trovandolo esanime. Sul posto, in quelle maledette stanze date alle fiamme per ammazzare due innocenti bimbi, dopo sei anni sono tornati i Vigili del fuoco, i carabinieri della Compagnia di Breno e quelli del Nucleo investigativo e della Scientifica di Brescia. Per tutta la giornata sono stati raccolti elementi mirati a capire che cosa esattamente sia accaduto nell’appartamento di via Sacadur, da cui Squaratti non usciva da diverse ore. Sul corpo non sarebbero state trovate evidenti tracce di violenza.
Le indagini sono comuqnue condotte a 360 gradi. Qualcuno è entrato nella casa? Squaratti ha forse avuto un malore? Se sì perché? Per cause naturali oppure per motivi legati a fattori esterni? A rispondere saranno gli esiti dell’esame autoptico che dovrebbe svolgersi nelle prossime ore.
Intanto a Ono San Pietro la gente è tornata a ricordare la tragedia consumatasi sei anni fa in quegli stessi locali e in quella stessa palazzina. Un episodio dai tratti ben diversi, che ha lasciato profondamente segnati i residenti, la famiglia e gli amici della mamma dei poveri fratellini uccisi dal padre per “vendicarsi” nei confronti della ex moglie. Lei, intanto, da tempo ha fondato una associazione che tutela i bimbi, mostrando carattere e forza d’animo inauditi.