Omicidio Temù, il cadavere dell’ex vigilessa non era lì da tre mesi

Ben conservato, mai stato in acqua, con organi interni non compromessi. Ha avuto più di una “tomba”

Laura Ziliani, la 55enne scomparsa l’8 maggio

Laura Ziliani, la 55enne scomparsa l’8 maggio

Temù (Brescia), 17 agosto 2021 - Un cadavere in buono stato di conservazione. Un sospetto e una domanda: un cadavere e due tombe? Un corpo che dopo tre mesi era stato intaccato dalla decomposizione che però non aveva fatto a tempo a progredire. Si presentava così quello di Laura Ziliani, scomparsa dalla sua abitazione di Temù la mattina dell’8 maggio e ritrovata morta l’8 agosto. Strana conservazione a distanza di tanto tempo. Risparmiato anche dagli animali selvatici. 

Ben conservato nonostante che quella tomba improvvisata fosse in un luogo umido, fra la pista ciclabile di Temù e l’Oglio, fino a quando non è stato il fiume a svelarla dopo essere esondato per poi rientrare nell’alveo naturale. Tutto questo aggiunge un nuovo interrogativo ai tanti che punteggiano il giallo dell’estate in Val Camonica. Quella del ritrovamento è stata l’unica tomba dell’ex vigilessa di Temù o è stata preceduta da un’altra, magari in un posto più asciutto? Non è soltanto una domanda: è anche una pista investigativa. Dopo l’autopsia eseguita da Andrea Verzelletti, direttore della Medicina legale degli Spedali Riuniti di Brescia, viene definito "ottimo" lo stato del fegato e dagli altri organi interni. Questo ha agevolato il lavoro dei tossicologi, tanto che gli esiti degli esami sono attesi in procura a Brescia già per il fine settimana insieme con il test del Dna, che darà la certezza genetica che si tratta di Laura Ziliani. Nelle ultime ore sarebbe arrivata nuova documentazione.

Il cadavere era coperto solo da un leggero strato di sabbia e terriccio. Questo ha fatto subito pensare a una sepoltura frettolosa, approssimativa. Non si può escluderlo. Ma bisogna tenere presenti anche le caratteristiche geologiche della zona, la natura del terreno. Se davvero qualcuno ha scavato per deporre il corpo, il suo sforzo si sarebbe interrotto dopo poco perché avrebbe trovato il pietrisco del fiume. Lo scavo non sarebbe mai arrivato in profondità. Aleggia l’ombra del sospetto che la donna sia stata narcotizzata o addirittura avvelenata. Ecco perché le analisi saranno determinanti. Assumerebbe così un significato preciso la circostanza che i carabinieri si sono presentati in alcune farmacie della zona di Temù. Cosa cercavano? Che domande hanno fatto? Una cosa pare sicura.

La morte ha colto la donna in un momento di quiete, riposo, sicurezza. Il corpo era rivestito dai brandelli di quelli che erano stati una canotta, un paio di slip, forse una vestaglia. Nessun indumento che potesse fare pensare che Laura fosse uscita per un’escursione su quelle montagne che amava da sempre. Silvia, 27 anni, la maggiore delle tre figlie (fu proprio lei, quella mattina, a chiamare i carabinieri per segnalare il mancato rientro della madre), Paola, 19 anni, la più piccola, e il fidanzato della prima, un trentenne che abita nel Lecchese, sono iscritti nel registro degli indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere.