Omicidio Bani, chiede giustizia per la figlia: Mattarella scende in campo

Daniela Bani fu uccisa a trent’anni dal marito che subito dopo fuggì in Tunisia. Il Quirinale interviene dopo l’appello sul “Giorno “: "Faremo quanto possibile"

Daniela Bani

Daniela Bani

Giusy Ghilardi, la madre di Daniela Bani, barbaramente uccisa dal marito tunisino Mootaz Chaamb desidera sapere se l’assassino della figlia, fuggito in Tunisia subito dopo i fatti e arrestato nel febbraio del 2019, si trovi ancora in carcere. Da tempo riceve squilli anonimi dalla Tunisia e ora teme per i figli di Daniela, che sono con lei. Nei giorni scorsi, la donna che vive col marito e i due nipoti tramite “Il Giorno“ ha lanciato un appello al ministro Alfonso Bonafede, chiedendo di adoperarsi affinché sia chiarita la situazione. E lo ha fatto anche chiedendo sostegno al Quirinale. E ora gli uffici del Colle si sono mossi con una nota. «La Presidenza della Repubblica intende fare quanto possibile perché alla signora Ghilardi sia assicurato il sostegno dello Stato». Nella nota si sottolinea anche che «gli uffici del Quirinale hanno deciso di adoperarsi». Viene anche sottolineato che è «necessario compiere preventivamente una valutazione dei complessi risvolti di tipo giudiziario e diplomatico, cosa che richiede alcuni giorni di tempo». Daniela Bani è stata uccisa con 37 coltellate. La sua colpa è stata, oltre ad innamorarsi dell’uomo sbagliato, decidere di lasciarlo per proteggere i suoi due figli. Mootaz Chaamb è stato riconosciuto colpevole in primo grado, dall’Appello e anche in Cassazione e condannato a 30 anni in contumacia.   

Palazzolo (Brescia), 25 giugno 2020 - Cosa pensa di quanto dichiarato dal Governo nella lettera recapitata al nostro giornale? "Sono stata molto contenta di ottenere una risposta così velocemente. Nel corso degli anni ho fatto tante richieste, mai andate a buon fine, addirittura senza alcuna risposta. In questo caso lo Stato mi ha sorpresa. Era ora".

L’assassino di sua figlia è stato arrestato un anno e mezzo fa, a febbraio, poi cosa è accaduto? "Il 14 giugno la Cassazione ha confermato i 30 anni di primo grado e dell’Appello. La sentenza e le motivazioni sono state notificate al suo legale, che non era presente a Roma, dove c’ero solamente io con i miei legali Silvia Lancini e Massimo Proietti, che ci ha seguito a titolo completamente gratuito per tramite l’Unavi. Gli atti sono poi stati trasmessi in Tunisia".

Che lei sappia attualmente le forze dell’ordine hanno dati più precisi? "Non so nulla al riguardo. Credo stia procedendo la Procura di Brescia. Da tempo riceve telefonate anonime".

Sa chi le fa e da dove arrivano? "A me ne sono arrivate alcune, altre ai legali e all’Unavi. Sono tutte provenienti dalla Tunisia. Ho presentato denuncia anni fa. In questo momento non so a che punto siano le indagini".

Come vive la sua quotidianità e soprattutto, come la vive con i suoi nipoti? "La nostra è una vita normale e tranquilla, segnata dal lutto e dall’assenza della mamma che i ragazzi adoravano e non hanno dimenticato. Ne parlano spesso. In casa abbiamo decine di fotografie di Daniela, che è sempre tra di noi. Loro sanno tutto. Hanno sempre visto giornali e televisioni. Sono ragazzini intelligenti che hanno capito da subito la situazione e che hanno sofferto tanto. Non serve dire tante cose ai figli di una madre martoriata come mia figlia".

Cosa si augura ora? "Che finalmente questa dolorosa vicenda finisca, sapendo dove quest’uomo sconter à la sua pena. Al ministro della Giustizia Bonafede, al ministro degli Esteri Di Maio e al presidente Mattarella chiedo di fare il loro dovere. Le parole scritte nella lettera mi fanno ben sperare".