Brescia, omicidio di Manuela Bailo: chiesta una nuova perizia

Mossa della difesa dell’assassino: "L'autopsia non ha dimostrato lo sgozzamento"

Manuela Bailo

Manuela Bailo

Brescia, 23 gennaio 2019 - Per la Procura i tagli trovati su ciò che resta della gola di Manuela Bailo sono la prova che Fabrizio Pasini, il suo assassino, l’ha sgozzata. Per la difesa dell’ex sindacalista della Uil, in carcere da agosto per avere ucciso la notte del 30 luglio la 35enne di Nave con cui aveva avuto una relazione, non c’è la certezza che quelle lesioni siano state provocate volontariamente e con una arma bianca da Pasini. «L’autopsia non lo ha dimostrato – sottolinea l’avvocato Pietro Paolo Pettenadu, il legale di Pasini – Manca una analisi anatomopatologica che sia in grado di affermare che quelle ferite siano state inferte quando la ragazza era viva. Per questo abbiamo depositato una richiesta di integrazione alla relazione medico legale della procura».

Dubbi sulla natura di quei tagli sono infatti sollevati dal consulente della difesa di Pasini, la dottoressa Antonella Milesi, che nelle scorse ore ha depositata le proprie osservazioni sull’autopsia. «Secondo il nostro consulente non si può escludere che quei tre tagli possano essere state provocate da animali entrati nella cisterna della cascina di Azzanello dove Pasini ha abbandonato il corpo di Manuela – spiega l’avvocato Pettenadu – Solo una ulteriore verifica può dimostrare o meno «la vitalità« delle ferite».

Non è questo l’unico approfondimento richiesto dalla difesa di Pasini che in caso di rifiuto è pronta a giocarsi la carta dell’incidente probatorio. «L’autopsia ha sottolineato che le ferite trovate sul cranio di Manuela Bailo sono compatibili con una caduta dalle scale – ricorda Pettenadu – Per noi è il caso di eseguire esami sulla teca cranica e sul cervello della vittima per verificare la presenza di eventuali emorragie dovute all’impatto come ha sostenuto Pasini, il quale non ha mai negato di avere spinto la ragazza nel corso di una lite».