Oltre settecento sfratti per morosità L’emergenza è ad alta tensione

I provvedimenti del Tribunale in forte crescita ma il problema non riguarda solo chi non paga l’affitto. Migliaia di famiglie, tra stranieri e precari, sono escluse dalla locazione per mancanza di garanzie

di Federica Pacella

C’è la situazione estrema, quella dell’inquilino che non vuole o non può più pagare l’affitto e che si traduce nel provvedimento di sfratto. E poi c’è la “zona grigia“, che riguarda migliaia di famiglie, soprattutto straniere e precarie, che potrebbero pagare un affitto ma non hanno garanzie durature da offrire, tanto che i proprietari di casa preferiscono lasciare l’appartamento sfitto piuttosto che rischiare di trovarsi ad affrontare situazioni di morosità.

Sono due aspetti dell’emergenza abitativa, non nuovi a chi si occupa del tema casa, ma che dopo il Covid rischiano di innescare tensioni sociali. Il numero degli sfratti è senz’altro quello che gli amministratori tengono sotto controllo.

A Brescia il Comune nel 2021 ha registrato 258 sfratti di cui 224 per morosità, in netta crescita rispetto ai 151 del 2020, quando era però in vigore il blocco, e ai 238 del 2019.

Nel biennio 2020-2021 sono stati oltre 1.400 i provvedimenti di sfratto per morosità del Tribunale di Brescia: 661 nel 2020 di cui 121 eseguiti, oltre 700 nel 2021 di cui 150 risultavano convalidati a fine ottobre. Numeri in crescita, seppur lontani da quelli successivi alla crisi finanziaria del 2009 e del 2012: l’annus horribilis resta il 2013, quando i provvedimenti di sfratto furono 2.300, di cui 950 eseguiti.

La situazione resta monitorata: in Prefettura è operativo il tavolo sfratti, per evitare che la situazione diventi dirompente.

L’altro tema, più difficile da fotografare con numeri e statistiche, riguarda la difficoltà di far incontrare domanda e offerta di case in affitto, per questioni legate non tanto alla solvibilità dell’aspirante inquilino, quanto al suo “capitale reputazionale“.

"L’esperienza nel settore Casa e nei Servizi sociali ci dice che c’è una grossa difficoltà a trovare un alloggio in affitto – spiega Marco Fenaroli, assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia – per il timore che l’inquilino possa trovarsi in difficoltà economiche e diventare moroso, seppure incolpevole. Tradizionalmente questo problema riguarda i migranti, 38mila persone nel nostro Comune, ma ora vediamo che sta diventando un problema generale, che coinvolge anche i lavoratori di altre regioni, che arrivano qui dopo aver vinto un concorso".

Basta, ad esempio, un contratto che non sia a tempo indeterminato per portare il proprietario a scegliere di mantenere l’immobile sfitto.

Per cercare di creare un ponte che superi la diffidenza, Comune ed enti del terzo settore hanno istituito l’Agenzia per la casa (Me.Ka, nel contesto del Progetto Brescia La Mia Nuova Casa finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali).

"L’obiettivo è dare una risposta ai bisogni abitativi – sottolinea l’assessore alla Casa Alessandro Cantoni –. L’Agenzia integra diverse esigenze: quelle di chi cerca una casa, di chi necessita di determinate garanzie per dare in locazione un appartamento e il ventaglio di strumenti che il Settore già applica".