Da sposine citate a processo come testi a indagate per avere concorso nei reati contestati all’imputato, l’ex sindaco di Castenedolo Gianbattista Groli. Nuova udienza ieri per il ‘pasticciaccio’ dei matrimoni civili celebrati fuori dal Comune. Una prassi sempre più in voga ultimamente, che però gli ha riservato una grana giudiziaria. La procura accusa infatti l’amministratore pubblico di falso e peculato. Tra il 2012 e il 2015 avrebbe fatto convolare oltre cento fidanzatini in ristoranti sul lago d’Iseo registrando però l’atto come officiato nella sala civica di Castenedolo. Per il “servizio“ avrebbe ricevuto 300 euro a coppia, denaro per l’accusa non transitato nelle casse comunali ma finito all’associazione culturale Aldo Moro che faceva capo proprio a lui. Il pm Federica Ceschi aveva citato ieri 35 testi, signore sposate proprio da Groli. Dopo avere ammesso candidamente di avere sottoscritto verbali con orari e date non rispondenti al vero (‘L’abbiamo fatto in buona fede credendo al sindaco’, il refrain), in molte sono state invitate dal presidente Roberto Spanò a ricomparire con un legale, come indagate. "Quei soldi li ho usati solo per il paese e iniziative di pubblica utilità" si è sempre difeso l’imputato. Si prosegue a febbraio.
Beatrice Raspa