Neonata morta nel parto Via all’inchiesta in Procura

Un procedimento d’ufficio a garanzia di tutti: la madre non ha sporto denuncia

È stata aperta un’inchiesta sulla neonata morta venerdì scorso durante il parto cesareo d’urgenza in ospedale a Merate. Ad avviarla sono stati i magistrati della Procura della Repubblica di Lecco. E’ un procedimento d’ufficio, a garanzia di tutti, per accertare che la bimba verosimilmente non avesse alcuna chance e che siano stati rispettati tutti i protocolli. La mamma, una giovane senegalese all’inizio del nono mese di gravidanza in Italia da un paio di mesi, non ha infatti sporto alcuna denuncia. Il pm incaricato del caso ha sospeso l’autopsia del corpicino della piccola prevista per ieri, disposta dagli stessi medici che hanno tentato il possibile per salvarla.

Verrà comunque eseguita, ma nei prossimi giorni e da un anatomopatologo scelto proprio dagli inquirenti. E’ stata inoltre probabilmente disposta l’acquisizione delle cartelle cliniche, stilate sia al San Leopoldo Mandic, sia al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il presidio specializzato dove la mamma è stata sottoposta ad accertamenti due volte, l’ultima solo la settimana prima, e dove sarebbe dovuta tornare l’11 maggio, poiché la gravidanza che stava affrontando era a rischio, poiché la bimba che portava in grembo soffriva di problemi cardiaci. Durante un controllo programmato a Merate i ginecologi hanno tuttavia riscontrato che le condizioni della nascitura erano drasticamente peggiorate. "Si riscontra ingrandimento del fegato e frequenza cardiaca fetale alterata", riporta il referto. E ancora: "Riscontro di tracciato cardiaco fetale non rassicurante". L’unica è stata procedere con un parto cesareo d’urgenza, perché non ci sarebbe stato tempo per un eventuale trasferimento in un ospedale dotato di reparto di Cardiochirurgia pediatrica o di Terapia intensiva neonatale.

E infatti quando è nata la bimba non respirava e non è stato possibile rianimarla. Il morale tra gli operatori sanitari del nosocomio brianzolo è a pezzi: oltre a dover elaborare la morte di una neonata, ora si sentono pure sotto inchiesta, nonostante abbiamo compiuto il possibile e quotidianamente garantiscano l’apertura di un punto nascita dove le mamme sono assistite al meglio e partoriscono in sicurezza.

Daniele De Salvo