
"Nei testi ancora espressioni discriminatorie"
"Non è accettabile – commenta Cinzia Spanò (nella foto), attrice e presidente di Amleta – sentire in un testo contemporaneo un’espressione del tipo ‘Noi donne siamo così, diciamo di no ma vogliamo dire sì’: è un passo indietro rispetto a tutta la battaglia che si sta facendo nei processi per stupro, nei tribunali. Sono espressioni che un teatro al passo con i tempi non può accettare". Eppure il ‘sipario di cristallo’ sembra difficile da smantellare.
"Amleta vuole contrastare la discriminazione, i pregiudizi, ma anche le molestie nel mondo dello spettacolo, che sono fuori controllo – sottolinea Spanò –. Purtroppo per noi pesano tutti gli stereotipi sulle donne, a cui si aggiungono quelli sulle attrici, a cui, fin dalle accademie, viene detto che non bisogna lamentarsi se qualcuno infila le mani sotto la biancheria intima, che lo spettacolo è una gabbia di leoni, e che bisogna sapere fino a che punto si è disposte ad arrivare per poter fare questo lavoro". Per scardinare questo sistema, imbevuto di pregiudizi, è importante che ci siano donne registe, drammaturghe, adattatrici.
"Ci sono motivi storici – precisa Spanò – che hanno permesso di perpetuare questi stereotipi, se pensiamo che le donne un tempo non potevano scrivere. Abbiamo, di fatto, un repertorio scritto da uomini. La prima mappatura è un primo passo per superare tutto questo". La ricerca è necessariamente binaria, cioè focalizzata su uomini e donne, ma il prossimo passo sarà quello di ampliare l’indagine, rendendola più inclusiva.
F.P.