Morto schiacciato dalla croce di Cevo, cinque richieste per rinvio a giudizio

Il pm: a processo il sindaco, il suo predecessore, il presidente dell’associazione proprietaria dell’opera dedicata a Papa Giovanni Paolo II, il progettista e un tecnico del Comune. Il deterioramento del legno avrebbe provocato il crollo

La croce di Cevo ha schiacciato e ucciso Marco Gusmini

La croce di Cevo ha schiacciato e ucciso Marco Gusmini

Cevo (Brescia), 30 marzo 2016 - Cinque richieste di rinvio a giudizio per la morte del 21enne di Lovere, schiacciato dalla croce realizzata per la visita di Giovanni Paolo II a Brescia. Il giovane, animatore del suo oratorio in gita a Cevo, in Val Camonica, stava giocando proprio sotto quella croce che si è spezzata all’improvviso il 24 aprile 2014. 

Il pubblico ministero di Brescia Caty Bressanelli ha chiesto il processo per il sindaco di Cevo, Silvio Citroni, il suo predecessore Mauro Bazzana, il presidente dell’associazione culturale proprietaria dell’opera Mauro Maffessoli, il progettista dell’opera e un tecnico comunale. Altri erano stati indagati per il crollo del 24 aprile 2014 al dosso dell’Androla, posizioni poi archiviate. L’inchiesta avrebbe appurato che la tragedia ha avuto origine dallo stato dell’opera. Il legno che reggeva il Cristo crocefisso cedette travolgendo e uccidendo Marco Gusmini, che non aveva avuto il tempo di spostarsi da sotto la croce dove si trovava. Il giovane era in gita con la sua parrocchia. Ora sarà il gup a pronunciarsi e nella decisione per un eventuale processo peseranno le perizie tecniche.