BEATRICE RASPA
Cronaca

"Finisci come Bossetti", così Lamberto Lombrici ha confessato l'omicidio di Ghedi

Ha ammesso di aver ucciso Guido Bettoni: avevano litigato per questioni di droga

Guido Bettoni, trovato morto a Ghedi (Fotolive)

Brescia, 3 agosto 2017 - "Se troviamo una goccia di sangue finisci come Bossetti, l’ergastolo non te lo leva nessuno". Il comandante dei carabinieri della compagnia di Brescia Lorenzo Provenzano lo interrogava dalle 15 del 1 agosto. Ma Lamberto Lombrici, ora in stato di fermo per omicidio e occultamento di cadavere aggravati, continuava a dire che non c’entrava niente con la scomparsa di Guido Bettoni. Finché a mezzanotte, sentito dal capitano quella frase su Bossetti, è crollato: "Sì, sono stato io. Abbiamo litigato, voleva aggredirmi con il coltello. L’ho disarmato e ucciso". Si è risolto in 15 ore il mistero del 37enne di Brescia sparito venerdì e trovato morto la notte tra l’1 e il 2 agosto nelle campagne di Ghedi. A dare indicazioni per il ritrovamento è stato appunto Lombrici, 42 anni, ex operaio disoccupato, che dopo avere ammazzato l’amico con una dozzina di coltellate lo ha seppellito in un luogo sperduto. "Un delitto maturato per questioni di droga", chiarisce il procuratore Tommaso Buonanno. La pista più accreditata infatti è che Bettoni e Lombrici, amici da un paio d’anni, entrambi gravati da precedenti di polizia proprio per droga, avessero suggellato il legame condividendo lo spaccio di coca e hascisc. Anche i doppi telefoni intestati a utenti fittizi in uso ai protagonisti della vicenda lo confermerebbero. Di recente però i rapporti si erano incrinati. La vittima, che si sospetta gestisse il giro degli stupefacenti e rifornisse pure l’assassino, lo accusava di fare la cresta sui proventi e le dosi. A mettere in moto l’indagine, coordinata dall’aggiunto Sandro Raimondi, è stata la madre di Guido, che martedì ha denunciato ai carabinieri della stazione di piazza Tebaldo Brusato la scomparsa del figlio.

Allarmata perché lui non rispondeva al telefono, Lodovica Medeghini ha diramato anche un appello su Facebook: "Guido manca da casa da venerdì, aiutatemi". Stando agli investigatori il 37enne, nessun lavoro, famiglia benestante travolta dai fallimenti, è morto il 28 luglio a mezzanotte nella bella abitazione di via Benacense che divideva con la madre. Lei era sul Garda dalla sorella e lui quella sera aveva invitato a cena Lombrici, con cui poi è scoppiata una lite. Dopo avere ucciso, il killer ha ripulito le stanze, si è cambiato e ha indossato vestiti puliti presi dall’armadio di Bettoni. Quindi ha avvolto il corpo in un piumone e lo ha infilato nel bagagliaio della sua Seat Leon. Si è diretto a casa sua, a Lamarmora – i genitori erano in vacanza – si è cambiato di nuovo, si è rimesso al volante, ha buttato in un cassonetto l’arma (non trovata) e i vestiti e ha vagato in auto per 12 ore. Senza meta. Finché a mezzanotte di sabato ha individuato il luogo: una buca in una zona boschiva di Ghedi, scavata sotto una pioggia scrosciante. «Ha mostrato lucidità, era determinato a non crollare» sottolinea il comandante provinciale dell’Arma colonnello Luciano Magrini. Ferito alle braccia, Lombrici era l’ultima persona ad aver visto vivo Bettoni. Nella casa di via Benacense e in ascensore il Luminol ha evidenziato tracce di sangue.