FEDERICA PACELLA
Cronaca

Lodovico Montini portò l’Unicef in Italia: il ricordo commosso, 50 anni dopo la storica firma

Bresciano, fratello di Paolo VI, è stato il primo presidente dell’organizzazione di volontariato. Il figlio Fausto: "Papà aveva altissimo senso del dovere, del servizio alla comunità e allo Stato"

Lodovico Montini, fratello di Paolo VI

Brescia – “Il diritto dell’uomo non consiste nell’essere oggetto di qualche atto di beneficenza, di qualche intervento di assistenza: il bambino che è portatore di tutti i bisogni è oggetto di tutte le nostre cure, di tutte le nostre attenzioni. Bisogna rovesciare completamente la concezione e dire: non è qualcuno che riceve, è qualcuno che ha diritto di ricevere". Un cambio totale di paradigma quello espresso in queste parole dal bresciano Lodovico Montini, fratello di Paolo VI, che il 19 giugno del 1974 (esattamente 50 anni fa), firmò l’atto costitutivo del Comitato italiano per l’UNICEF Italia in qualità di primo presidente. In occasione dei 50 anni, a Montini è stato dedicato uno dei momenti centrali dell’assemblea organizzativa dell’UNICEF, a Roma dal 14 al 16 giugno.

Nella serata del 14, il direttore generale dell’UNICEF, Paolo Rozera, accompagnato sul palco dal presidente bresciano Gianfranco Missiaia, ha raccontato i momenti salienti della storia di Montini e ha intervistato Fausto Montini, ultimo dei 7 figli di Lodovico, che ha tratteggiato la figura del padre. "Papà aveva un altissimo senso del dovere – ha raccontato - del servizio alla comunità, allo Stato, alle istituzioni, all’infanzia che era il futuro dello Stato, ma con una riservatezza totale. Il rapporto con Paolo VI? I due fratelli avevano stima e confidenza reciproca assoluta, ma anche rispetto assoluto del reciproco impegno. Ma con questa totale confidenza, sono riusciti a stabilire una forma di cooperazione che credo nessuno ha ancora rilevato, ma che ha generato tantissime forme di intervento".

Alla figura di Montini è stato dedicato anche un focus nella pubblicazione che l’UNICEF Italia ha realizzato per i 50 anni. "Il suo impegno – si legge - ha segnato un profondo cambiamento nel mondo di intendere l’assistenza sociale in Italia e ha portato a una svolta anche nell’impegno del Paese nell’ambito della cooperazione internazionale". Il lavoro di ricerca è partito dal comitato bresciano. "Sapevamo che era stato il primo presidente – spiega Missiaia – ma è emerso molto di più dai documenti, lettere, giornali, molti dei quali forniti dalla famiglia Montini, in particolare dalla nipote Chiara e dal figlio Fausto".