REDAZIONE BRESCIA

Molestie a quattro bambine: condannato edicolante

Ricelebrato il processo annullato per vizio di forma: per l’imputato 74enne pena di tre anni e mezzo

Molestie a quattro bambine: condannato edicolante

Nel 2016 era già stato condannato a tre anni e nove mesi per avere palpeggiato nelle parti intime quattro bambine, ma la sentenza era stata annullata per un “vizio di forma” (l’assenza della camera di consiglio). Il processo è stato ricelebrato di fronte ad altri giudici ed è finito con una seconda condanna, stavolta a tre anni e mezzo. Imputato, un edicolante di Brescia, 74 anni, che rispondeva di violenza sessuale aggravata dall’età delle vittime. All’anziano è stata riconosciuta l’attenuante della violenza nell’ipotesi della minore gravità prevalente sulle aggravanti. Dovrà corrispondere una provvisionale di diecimila euro a ciascuna delle parti civili (due). Proprietario con il figlio di un’edicola nella prima periferia est di Brescia, la giustizia lo ha atteso al varco per una vecchia storia del 14 settembre 2012. Stando al pm di allora, Leonardo Lesti, il commerciante avrebbe allungato più volte le mani su tre sorelline e un’amica – all’epoca tra gli 8 e i 12 anni - dopo averle attirate in negozio. L’attenzione più molesta, palpeggiamenti, l’avrebbe subita la piccina di 8 anni. Quel giorno le bimbe, del Kosovo e dell’Albania ma nate in Italia, si erano recate come facevano spesso all’edicola a cinquanta metri da casa per comprare caramelle, pennarelli e figurine. L’edicolante le avrebbe invitate a passare dietro il bancone permettendo al gruppetto di giocare con la cassa. Tra uno scherzo e l’altro, questa la tesi dell’accusa - avrebbe approfittato per palpeggiarle ripetendo l’epiteto “lazzarona“. La dodicenne corse a parlarne con la madre, che allertò i carabinieri. Ascoltate dai militari, le bimbe confermarono il palpeggiamento. I racconti furono ripetuti in sede di incidente probatorio nel 2013. L’imputato si è difeso negando gli addebiti, così come l’assidua frequentazione del negozio da parte delle bambine, a suo dire soprese più volte a rubare, come del resto capita spesso con “zingari” e stranieri, ha detto. "Una volta mi avevano pure chiesto 500 euro per fare cose all’insaputa delle madri.

Si sono inventate questa storia per vendetta". Per il pm Antonio Bassolino, che aveva chiesto 6 anni, l’unico a dire bugie però era lui. Per l’avvocato Luciano Meraviglia, le bimbe avevano reso racconti contraddittori e si erano "influenzate" l’una con l’altra, dunque il suo assistito andava assolto. Ma i giudici – presidente Maria Chiara Minazzato – hanno dato ragione alla Procura.

Beatrice Raspa