Marcheno, spiragli di salvezza per la Bozzoli: versati 2mila euro ai 13 dipendenti

La proprietà anticipa i soldi della cassa: segnale positivo di PAOLO CITTADINI

La fonderia Bozzoli (Fotolive)

La fonderia Bozzoli (Fotolive)

Marcheno (Brescia), 2 aprile 2016 - Si apre uno spiraglio per la salvezza della Bozzoli. L’azienda di Marcheno, dove lo scorso 8 ottobre è stato visto per l’ultima volta Mario Bozzoli, uno dei titolari – e dove lavorava Giuseppe Ghirardini, l’operaio trovato morto per avvelenamento da cianuro il 18 ottobre nei pressi di Ponte di Legno – è ferma dal 13 ottobre.

L'ultimo stipendio percepito dai lavoratori è quello di ottobre (in più è arrivata anche la tredicesima) poi più nulla, nemmeno la cassa integrazione, nonostante a fine gennaio l’impianto sia stato dissequestrato dalla Procura. Il futuro è in bilico, ma ieri qualcosa sembra essersi mosso. I vertici aziendali hanno infatti deciso di versare ai 13 dipendenti ormai allo stremo 2mila euro netti. «Si tratta dell’anticipo delle quote di cassa integrazione – spiegano dalla Fim Cisl, il sindacato che più di altri si è mosso in questi mesi per trovare una soluzione allo stallo che rischia di far fallire la Bozzoli –. L’azienda ha inoltre fatto sapere che entro fine aprile saranno versati altri mille euro netti. Anche in questo caso si tratta di un anticipo della cassa».

La scelta di voler versare alla fine del prossimo mese un altro anticipo della cassa integrazione potrebbe essere il segnale che l’azienda vuole dare agli istituti di credito per far capire di volere riprendere completamente l’attività produttiva. Sarà sicuramente questo il tema portante dell’incontro previsto lunedì pomeriggio alle 15 in Provincia e che vedrà seduti allo stesso tavolo la proprietà dell’azienda e i sindacati. A chiedere l’intervento della Provincia è stata la Cisl dopo la scadenza dei 20 giorni di tempo chiesti dalla proprietà per provare a riconquistare la fiducia degli istituti di credito e vedersi riaprire i rubinetti del credito. Sul fronte dell’inchiesta tutto tace. Sono quattro gli indagati: Alex e Giacomo Bozzoli, i figli di Adelio, che non sono mai stati interrogati e i due operai Oscar Maggi e Aboagye Akwasi ascoltati prima di Natale. Sono tutti accusati di omicidio volontario e distruzione di cadavere. 

di PAOLO CITTADINI