FEDERICA PACELLA
Cronaca

La storia di Makam, arrestato (per un mal di denti) perché clandestino e ora cittadino italiano

Brescia, il senegalese Makam Ba finì in carcere due volte, nel 2009, perché andò in pronto soccorso senza documenti e venne segnalato da un vigilante. Al giuramento anche un bengalese che aveva diviso con lui la cella

La cerimonia della cittadinanza di Makam Ba 49 anni

La cerimonia della cittadinanza di Makam Ba 49 anni

Brescia – Da clandestino a cittadino italiano. Doveva essere espulso nel 2009, Makam Ba, classe 1976, arrivato a Brescia nel 2005 dal Senegal. Così, per lo meno, auspicò una rappresentanza politica che al tempo guidava l’amministrazione comunale, quando si diffuse la notizia che l’uomo era stato arrestato mentre era in pronto soccorso, perché non aveva alcun documento: montò il caso politico, con la mobilitazione dei centri sociali e l’intervento dei legali Manlio Vicini e Sergio Pezzucchi, che contribuirono a rimettere Makam Ba in libertà. “Due volte sono stato arrestato – racconta oggi, fresco di cerimonia per l’acquisizione della cittadinanza –. Ora il mio impegno è che tanti altri non debbano passare quello che ho dovuto subire io”.

In Italia ci è arrivato con un visto Schengen, per lavorare. “Ho avuto la fortuna di non dover affrontare il viaggio nei barconi, ma il mio visto scadeva dopo 3 mesi. Non ho avuto neanche il tempo di capire cosa fare e mi sono ritrovato a esser clandestino”. Se gli si chiede se ha mai avuto la sensazione che qualche datore di lavoro approfittasse della sua condizione di bisogno estremo, Makam Ba non ha dubbi: “Senza documenti, se ne approfittano. Ti pagano poco o nulla, perché sanno che ne hai bisogno e non puoi fare nulla per evitarlo”. Nel 2009 due arresti. La prima volta in pronto soccorso: era il periodo in cui l’allora governo di centrodestra invitava il personale ospedaliero a denunciare i clandestini, suggerimento a cui poi medici e infermieri si ribellarono.

“Non ce la facevo più per il dolore di denti. Una guardia giurata mi ha denunciato alla Questura, perché non avevo documenti, e mi hanno portato a Canton Mombello. La seconda volta ero uscito di casa per fare la spesa al supermercato e sono finito in cella al comando della polizia locale”. Grazie alla sanatoria, Makam Ba è riuscito a mettersi in regola e a trovare lavoro come operaio, fino alla cittadinanza italiana, dopo una lunga trafila. Il destino ha voluto che a fare il giuramento nella stessa giornata ci fosse un immigrato bengalese che aveva diviso con lui la cella del comando della polizia locale nel 2009. “Io mi sentivo italiano già prima. Durante la cerimonia, mi sono emozionato, ma ho anche pensato a quanti muoiono in mare”. Il sogno? “Adottare i figli di mio fratello, che sono rimasti orfani, in Senegal”.