Brescia: colpo alla mafia nigeriana, in manette il "general"

Arrestato a Carpenedolo una delle figure di spicco dell’organizzazione. Nel Bresciano riti di affiliazione per spaccio e sfruttamento della prostituzione

L’operazione della polizia

L’operazione della polizia

Brescia, 30 ottobre 2020 - Blitz contro la mafia nigeriana tra Ferrarese e Torinese, «nel Bresciano i riti per le affiliazioni». Le questure di Ferrara e di Torino, dal luglio 2018, quando fu assalito un uomo con un machete, lavoravano per stroncare, con indagini coordinate dalle Direzioni distrettuali antimafia (Dda) della Procura di Torino e di Bologna, un’organizzazione di extracomunitari nigeriani e non solo. Indagati che, per gli inquirenti, erano dediti alla formazione di nuove affiliazioni, alla gestione di spaccio di sostanze stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione. L’accertamento ha avuto più che altro sviluppo a Ferrara e sul Veneto orientale, nelle province di Venezia, Padova, Treviso, in parte Verona. Ma con strascichi in Lombardia.

È rimasta infatti coinvolta una parte della provincia di Brescia confinante con Verona. In quella zona è stato accertato dalla polizia che si riunivano icapi“. Gli inquirenti non hanno ancora rintracciato il covo, che potrebbe essere un capannone o un locale, ma dalle intercettazioni sentivano organizzare questi incontri chiamati “party“. Inizialmente si pensava a feste, ma, nel tempo, le indagini e gli accertamenti tecnici hanno permesso di capire che si parlava di affiliazioni. In questi momenti si celebravano veri e propri rituali. Chi doveva essere affiliato veniva fatto ubriacare con whisky, era costretto a ripetere fino allo sfinimento alcune frasi e quasi ipnotizzato al suono di musica molto alta. Da lì in poi l’affiliato doveva compiere, per il gruppo, vari reati. E doveva rivolgersi ai propri capi con parole specifiche e assoluto rispetto, pena i pestaggi. «Salutamos», ad esempio, era il saluto d’ordine quando si incontrava uno di loro. Per gli inquirenti gli interessati erano affiliati come la mafia nostrana, anche se in modo più “colorito“.

In alcuni rituali gli extracomunitari fingevano anche di ingoiare soldi. Tante erano prassi legate al mondo voodoo. Nel Bresciano, precisamente a Carpenedolo, è finito in manette, uno dei 31 destinatari di custodie cautelari in carcere: C.A., classe 1977, che nelle intercettazioni telefoniche era chiamato “general“: secondo l’accusa, sarebbe una delle figure di spicco dell’organizzazione. L’operazione nasce a Ferrara, a fine luglio 2018, dopo un tentato omicidio di un giovane in una lotta tra bande. Tante le faide e le spedizioni punitive indagate. Intenso lo spaccio di droga contestato, cocaina in arrivo in Veneto dalla Francia e dall’Olanda. La droga era presa a Parigi e ad Amsterdam, grazie all’appoggio di connazionali che risiedono nelle città europee.