Ha ucciso la madre, la quarta perizia: "Resti nella Rems"

Già incapace di intendere e volere è ritenuto socialmente pericoloso

Omicidio a Breno

Omicidio a Breno

Brescia - Vincenzo Capano, il ventiseienne di Breno che il 10 settembre 2020 uccise la madre Francesca Mesiano, 53 anni, affetta da problemi mentali, è socialmente pericoloso e può stare solo in una Rems. A dirlo è un quarto perito, chiamato in causa dal gup non già per valutare le condizioni psichiche del giovane, già decretato incapace di intendere e volere e attualmente in misura cautelare a Castiglione delle Stiviere, ma per testarne la pericolosità. La valutazione era stata disposta in vista dell’emissione di una misura di sicurezza definitiva da parte della Corte d’Assise, davanti al quale Capano è imputato. Il processo avrebbe dovuto proseguire ieri e avviarsi a conclusione, ma l’udienza è stata rinviata al 5 dicembre per il legittimo impedimento di uno dei giudici. Disoccupato, un tempo seguito dai servizi sociali ma al momento dell’omicidio completamente solo, il ragazzo si occupava della madre in veste di amministratore di sostegno.

Non aveva aiuti. Dopo averla strozzata nel soggiorno di casa, rimase a vegliarla per ore, infine chiese aiuto ai carabinieri in modo sibillino. "Non so perché l’ho fatto", ha sempre ripetuto. La sua personalità è stata oggetto di valutazioni cliniche di segno contrapposto. Una prima perizia disposta con incidente probatorio durante le indagini concluse per la schizofrenia: il giovane fu ritenuto incapace di intendere e di volere all’epoca del delitto ma capace di stare a giudizio. Una consulenza del pm Roberta Panico accertò al contrario il vizio parziale di mente. Una seconda perizia, disposta dal gup in tempi più recenti, ha invece cristallizzato la sua totale incapacità. Davanti ai giudici della Corte d’Assise, che l’avevano chiamato a deporre, Capano nei mesi scorsi era rimasto zitto. Anche la nuova perizia si è allineata alla precedente. La collocazione adatta a lui è un ospedale psichiatrico.