Rischio coronavirus, Lorandi va ai domiciliari per motivi di salute

Sta scontando l’ergastolo nel carcere di Verona dopo la condanna per l’omicidio della moglie Clara Bugna avvenuto nel 2007

Bruno Lorandi

Bruno Lorandi

Nuvolera (Brescia), 4 maggio 2020 - È stato messo agli arresti domiciliari per motivi di salute Bruno Lorandi, l’ ex marmista di Nuvolera condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie Clara Bugna. L’uomo, che stava scontando la sua pena nel carcere di Verona, si trova attualmente a casa della sorella in provincia di Mantova. La concessione della detenzione domiciliare è scattata per motivi di salute e per il rischio di contagio da Covid 19. A novembre Lorandi, che ha 71 anni ed era in carcere a Verona, discuterà il ricorso presentato in Cassazione sul rigetto della richiesta di revisione del processo, firmata nell’autunno scorso dalla Corte d’appello di Venezia. Lorandi, che nel bresciano non è mai stato dimenticato e su cui non è mai calato il silenzio, è stato protagonista di una delle più tristi ed efferate storie di cronaca italiane. Nel tempo, difatti, si sono consumati sia l’omicidio del figlioletto sia quello della moglie, entrambi morti per strangolamento. L’ipotesi di reato che pende sull’uomo è quella dell’uccisione della moglie, anche se i dubbi, nel tempo, non sono mai mancati.

Lui e Clara Bugna, difatti, nonostante la sparizione e il ritrovamento del figlio, non si sono mai separati e la moglie non ha mai dubitato del marito, con cui, secondo i suoi legali, ha ricostruito un rapporto affettivo stabile. Il figlioletto scomparve da casa Lorandi il 28 aprile del 1986. Venne ritrovato senza vita il giorno successivo, con al collo un filo di ferro servito a soffocarlo. La moglie, invece, venne trovata morta in casa il 10 giugno del 2007, nel giorno del 60esimo compleanno di Bruno Lorandi, che corrispondeva anche alla giornata in cui avrebbe terminato il suo impegno lavorativo e sarebbe andato in pensione. Quando la donna fu uccisa, secondo la difesa di Lorandi, era sola in casa e stava stirando. Dall’abitazione sarebbero scomparsi denaro e un mazzo di chiave. Elementi, questi, che secondo i difensori, che insieme all’attività in corso, non hanno mai provato la colpevolezza del marito, che ha sempre combattuto per riaprire il processo relativo alla morte del figlio. La parola poi passerà alla Corte d’appello di Venezia.

Bruno Lorandi è il secondo detenuto eccellente che è stato scarcerato a causa del Covid 19 e a causa dell’emergenza sanitaria. Prima di lui è uscito dal carcere Pasquale Zagaria (era al 41bis, ovvero il carcere duro), che è ora incarcerato ai domiciliari a Pontevico a casa della moglie, poiché aveva il domicilio nel Bresciano. Zagaria, conosciuto come “Bin Laden“ è il fratello di Michele Zagaria ed è considerato la mente economica del clan dei casalesi. A disporre la scarcerazione di Zagaria, che era recluso con una condanna a 20 anni, è stato il tribunale di sorveglianza di Sassari.