MILLA PRANDELLI
Cronaca

Dalla protesta per il cibo al presepe vivente: la storia dell’integrazione di 15 migranti

Gli extracomunitari protestavano contro la notifica di espulsione dall’Italia, di tre ospiti della struttura dove vivono. Si sono anche lamentati del livello di ospitalità e non ultimo del cibo

Alcuni extra-comunitari indossano i panni dei soldati romani

Lonato, 28 dicembre 2016 - Terra di immigrazione e di contrasti, anche a Natale. Se nella zona della bassa pianura insegnanti e dirigenti scolastici hanno cambiato o tolto le parole ai tradizionali canti religiosi del periodo delle festività, come avvenuto a Flero e Pontevico, a Esenta di Lonato sul lago di Garda il parroco don Franco Bontempi ha coinvolto nell’organizzazione del presepio vivente una quindicina di richiedenti asilo, sia musulmani che cristiani, trasformandoli nei Re Magi, in ligi soldati romani, in un banditore chiacchierone e persino in un opulento sceicco. E loro, giovani venuti da lontano, si sono resi protagonisti di alcune coinvolgenti performance attoriali, andate in scena il giorno di Santo Stefano.

E pensare che non si tratta di semplici richiedenti asilo, bensì di alcuni membri del gruppo di giovani che lo scorso 3 maggio per un paio di ore ha bloccato la strada tra Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, e Lonato, all’altezza di Esenta e della località Cominello. Gli extracomunitari, quasi tutti dai 20 ai 30 anni e africani, protestavano contro la notifica di espulsione dall’Italia, di tre ospiti della struttura dove vivono. Si sono anche lamentati del livello di ospitalità e non ultimo del cibo. Ma ieri, coloro che solo pochi mesi fa hanno gridato al mondo la loro rabbia e frustrazione, si sono mostrati felici di essere parte di una comunità. Una comunità cattolica, che li ha accolti a braccia aperte. Bianchi e neri, cristiani e musulmani hanno partecipato a uno dei momenti più belli del Natale: ovvero la messa in scena della nascita di Gesù Bambino.

«Lo scorso anno qualcuno di questi giovani si era avvicinato al gruppo che organizza il presepio - spiega don Franco - e poi alcuni hanno cominciato a venire a giocare a pallone in oratorio. Quando si è svolta la protesta ho pensato che fosse il momento di fare qualcosa. Ho proposto loro di fare parte della nostra rievocazione. Più di quindici hanno accettato. Alcuni sono cristiani e altri musulmani. Anche chi crede nell’Islam conosce la figura di Cristo, ritenuto un profeta».

Don Franco e i parrocchiani di Esenta, che da anni organizzano il presepio vivente, si sono dimostrati cordiali e desiderosi di incontrare i nuovi residenti. «I richiedenti asilo sono diventati parte del gruppo - rimarca il prevosto - e chi conosce l’italiano ha recitato nella nostra lingua». Le iniziative non si concluderanno perché presto sarà formato un gruppo teatrale misto e perché per gli stranieri inizieranno lezioni di italiano e di mestieri tradizionali bresciani in oratorio.