FEDERICO MAGNI
Cronaca

Brescia, presunti abusi in questura. Scattano le denunce delle ecoattiviste

Alcune delle ragazze che avevano protestato contro l'industria delle armi sono decise ad andare avanti dopo aver raccontato di aver subito trattamenti umilianti durante le perquisizioni

La protesta degli attivisti appartenenti ai gruppi Ultima Generazione, Extinction Rebellion e Palestina Libera

La protesta degli attivisti appartenenti ai gruppi Ultima Generazione, Extinction Rebellion e Palestina Libera

Brescia, 17 gennaio 2025 – “Alcune di noi hanno deciso di procedere con le denunce”. Sono ancora scosse ma determinate ad andare avanti le attiviste finite loro malgrado al centro del dibattito politico, proprio durante la discussione sulle nuove misure allo studio del ministero della Giustizia e sul nuovo decreto sicurezza, dopo aver raccontato di aver subito trattamenti umilianti all’interno della Questura di Brescia.

Alcune di loro sono seguite dall’avvocato Gilberto Pagani ancora alle prese con i verbali redatti dagli agenti della questura di Brescia che hanno trattenuto per 8-9 ore i ragazzi protagonisti dell’azione fuori dai cancelli della ex Breda (e che ora ospita una delle sedi di Leonardo spa), quando una quarantina di attivisti di “Extinction Rebellion”, “Ultima generazione” e “Palestina libera” ha messo in scena una catena umana puntando il dito contro l’industria delle armi.

“Sono rimasta sola con alcune poliziotte che mi hanno detto di spogliarmi completamente - è stato il racconto della prima attivista che ha deciso di parlare - Una volta che sono rimasta nuda mi hanno chiesto di fare degli squat. C’era una donna in borghese e altre due in divisa”. I ragazzi sono accusati di imbrattamento e radunata sediziosa. Alcuni anche di manifestazione non preannunciata e lancio di fumogeni.

“Le modalità con cui si svolgono le perquisizioni sono quelle consone alle attività istituzionali di polizia, dunque questi uffici non sono tenuti a rispondere di alcunché - aveva fatto sapere la Questura di Brescia -. Nel corso delle singole perquisizioni svolte da personale femminile per le donne, è stato chiesto di effettuare piegamenti sulle gambe al fine di rinvenire eventuali oggetti pericolosi. In ogni momento è stata salvaguardata la riservatezza e la dignità delle persone e sono state seguite le corrette procedure operative”.

Per l’avvocato Gilberto Pagani, invece, “Non si capisce perché le ragazze siano state trattate come delle pericolose criminali, quando erano assolutamente inoffensive. Un trattamento che ricorda le vicende del G8 di Genova”.