Brescia, psicosi legionella: code nei supermercati per comprare acqua in bottiglia /VIDEO

Nonostante le rassicurazioni, va a ruba l'acqua confezionata

Acqua in bottiglia (foto repertorio)

Acqua in bottiglia (foto repertorio)

Brescia, 10 settembre 2018 - Nella Bassa bresciana serpeggia la paura. I casi di polmonite attualmente accertati sono 138 e due i decessi, che secondo le autorità non sarebbero correlati al pericoloso batterio. La gente, nonostante le rassicurazioni giunte da più direzioni, ha il terrore della legionella e moltissimi sono coloro che si rifiutano di bere o utilizzare l’acqua che scende dal rubinetto di casa. Nei supermercati, sabato e domenica, l’acqua in bottiglia è andata a ruba. A raccontare è il responsabile della segreteria dell’Avis cittadina. «Noi in genere beviamo acqua minerale – spiega Valerio Zoni – ma in queste ore mia moglie, che andata a fare la spesa, è riuscita a trovare solo una confezione da sei bottigliette da mezzo litro. La gente ne ha comprata più di quella che serve poiché c’è il timore che l’acqua abbia dei problemi. Naturalmente al momento sono tutte illazioni».

Intanto, ieri si è espresso anche l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. «I decessi di Brescia non parrebbero essere collegati ai casi di polmonite – ha detto – lavoriamo a 360 gradi per individuare la causa di questo fenomeno. Ci siamo mossi con tempestività e dico ai residenti di stare tranquilli. Il mio è un messaggio rassicurante, bisogna ricordo che non si contrae questo batterio bevendo acqua». Rassicurazioni alla popolazione sono giunte anche dai sindaci e specie da quello di Remedello, dove viveva una delle due persone morte di polmonite, su cui sarà fatta l’autopsia di modo da fugare ogni dubbio. «A quanto riferito da Ats entrambe le morti nel distretto interessato dei casi di polmonite non sono dovute a legionella – ha detto Stefano Tramonti– a tutti chiedo di stare sereni». Gli unici due casi di legionellosi registrati negli ultimi giorni in bassa sono due giovani di 27 e 28 anni. «Non è facile stare tranquilli – rimarca Ivan Piazza del Gruppo Alpini di Montichiari – prima che scoppiasse il putiferio un nostro alpino ci ha informato di avere problemi intestinali da qualche giorno e di avere attribuito la colpa all’acqua...».

Dello stesso parere è Armando Cogno. «Di certo sarà fatto quanto necessario – dice – alla gente voglio sottolineare che abbiamo un ospedale buonissimo a Montichiari. Di sicuro il suo personale non ci lascerà soli». Per tutelare nel modo migliore possibile i più giovani il sindaco di Calvisano, l’altro centro dove si è registrato un decesso, ha fatto disinfettare e ripulire l’impianto idrico delle scuole del paese. «Non so molto della questione – conclude Osvaldo Maurilli, operaio specializzato – ma i sindaci si sono mossi in fretta».