
Più coraggio nella transizione in chiave ecologica della città. Lo chiede Legambiente Brescia alla Giunta attuale e a quella che gli elettori sceglieranno nel 2023, per non perdere la grande occasione data dalla linea tram T2, che ha incassato il finanziamento statale di 359 milioni di euro. "Ci preoccupa il 30% che sarà su sede promiscua con il traffico veicolare – spiega Danilo Scaramella, presidente del circolo di Legambiente Brescia –. L’attrattività del trasporto pubblico infatti è dovuto sicuramente all’utilizzo di mezzi moderni e puliti, ma soprattutto veloci e puntuali". Proprio velocità e puntualità, secondo l’associazione, potrebbe essere messa in crisi dai tratti promiscui". Secondo gli ambientalisti, "perché il tram sia effettivamente utile alla città però non ci si può accontentare della previsione di una riduzione del traffico del 3,3% al 2032 come indicato nel progetto di fattibilità". Istituzione di un’area C su modello di Milano, definizione di una Ztl permanente su tutto il centro storico, riduzione dei parcheggi vicino al centro, destinazione dei parcheggi in struttura del centro ai residenti: sono queste alcune delle proposte per incentivare l’uso del futuro tram.
Va detto che Brescia ha visto un progressivo aumento nell’uso del Tpl, con i passeggeri passati dai 12 milioni del 2011 ai 18 del 2019. Gli anni di Covid hanno determinato una drastica riduzione: anche in questi primi giorni del 2022, si registra un calo, che sta compensando le corse saltate per assenza degli autisti (più di 140 assenti anche ieri). "Il progetto del Comune prevede che al 2032 si arrivi a 35 milioni di passeggeri – ricorda Ennio Ferri, di Legambiente – il tram influirà con 12 milioni. Ma questo è possibile solo se si tolgono le auto, influendo sulla sosta". F.P.