LUCA BALZAROTTI
Cronaca

Le imprese ai raggi X La lenta rincorsa rosa: soltanto una su cinque è guidata da una donna

Piccoli passi rispetto al 2019: le aziende femminili cresciute dell’1,3%. Nell’ultimo anno la variazione è stata quasi inesistente (+0,2%). Confartigianato: non servono quote ma riforme strutturali. .

Le imprese ai raggi X La lenta rincorsa rosa: soltanto una su cinque è guidata da una donna

di Luca Balzarotti

Solo un’impresa su cinque è guidata da una donna. Le aziende femminili sono 181.999, il 19,2% del totale di quelle presenti in Lombardia. Ma al di là dei valori assoluti, ciò che emerge dall’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia sulla base dei dati di Unioncamere è che nulla o quasi è cambiato rispetto al pre-Covid. La variazione (positiva) dell’1,3% rispetto a fine 2019 riassume tutta la difficoltà di diventare imprenditrici: guidare un’impresa resta ancora un affare da uomini. Le province più rosa come Sondrio e Pavia arrivano al 23,9% e al 22,3%, alzando la media delle aziende femminili a quasi una su quattro, mentre Milano - l’unica sotto la media regionale con il 17,3% - Monza (19%) e Como (19,6%) sono i tre territori dove l’incidenza è più bassa. Rispetto a fine 2021, il dato aggiornato al 31 dicembre 2022 registra una crescita quasi nulla (+0,2%), con solo 277 imprese donna in più. Nell’ultimo anno i passi in avanti più significativi si sono visti a Varese (+1,3%), Milano (+1,1%) e Brescia (+0,5%), mentre le contrazioni più accentuate hanno interessato due delle tre province dove la percentuale di attività al femminile è più radicata: Sondrio (-2,7%) e Pavia (-1,8%). Nel triennio, il trend di crescita più consistente ha interessato sempre Varese (+3,6%), Brescia (+2,2%) e Milano (+2,1%), con Sondrio(-4,4%) e Pavia (-2,1%) in continua flessione.

Un’impresa femminile su cinque in Lombardia è artigiana - 38.962, il 21,4% del totale delle attività guidate da donne - mentre scende al 16,6% il rapporto sul numero complessivo di aziende artigiane. L’artigianato femminile vanta quote maggiori sul totale dell’imprenditoria femminile a Como (25,6%), Bergamo (25,4%) e Lecco (25,3%). Le imprenditrici under 35 sono 5.490, il 14,1% dell’artigianato femminile e il 26,7% delle imprese totali gestite da giovani donne. Le straniere, invece, alla guida di un’attività sono 7.303, il 18,7% dell’artigianato femminile e il 26% del numero di aziende gestite da donne non italiane. Le giovani donne sono più rappresentate sul totale dell’artigianato femminile a Sondrio (18,8%), Brescia (15,7%) e Bergamo (15,7%), mentre le imprenditrici straniere hanno più peso sul totale dell’artigianato a Milano (28,3%) e Mantova (18,5%).

"Le donne sono formate anche più dei colleghi, tuttavia non riescono ad eguagliarne le performance professionali, siano esse dipendenti o imprenditrici – spiega Anna Maria Piccione, presidente del Movimento Donne Impresa Lombardia –. Il 2023 si apre con dati record, con un +30mila per quanto riguarda le donne occupate in Italia. È un buon segnale, ma non possiamo illuderci di aver risolto una questione annosa. Si stanno compiendo piccoli passi in Lombardia, ma il 2022 fa segnare in un anno un incremento di appena +0,2%". Per accelerare la rincorsa, "le quote rosa non sono la formula magica" sottolinea la presidente del Movimento Donne Impresa Lombardia. "Il futuro dipende da politiche strutturali, sistemiche e coordinate per sostenere la propensione imprenditoriale e favorire l’occupazione, garantendo a tutte servizi indispensabili per conciliare il lavoro con la cura di sé e della famiglia".