REDAZIONE BRESCIA

La marcia per l’accoglienza: "La cronaca porta a galla le storture dell’emergenza"

Il riferimento è alla bambina abusata e rimasta incinta nel Cas. Sabato a Brescia la decima edizione dell’evento per l’integrazione.

La presentazione dell’iniziativa dal forte valore simbolico: Marco Fenaroli Valentina Costa Agostino Zanotti Antonio Trebeschi

La presentazione dell’iniziativa dal forte valore simbolico: Marco Fenaroli Valentina Costa Agostino Zanotti Antonio Trebeschi

Una marcia per l’accoglienza, perché nessuno sia escluso ma anche per evidenziare le storture di un sistema in emergenza. "I fatti di cronaca portano a galla il tema sopito dell’inadeguatezza del sistema di accoglienza", commenta Marco Fenaroli, assessore a Brescia che ha presentato la marcia dell’accoglienza di sabato. Il riferimento è ai fatti di Collio, dove una bambina di 10 anni è stata violentata nel Cas ed è rimasta incinta.

"La Commissione prefettizia ha tempi molto lunghi – ricorda Fenaroli – per l’inadeguatezza dell’organico: sono lunghi i tempi per il primo colloquio e per il riconoscimento, nonostante l’impegno di chi ci lavora. Vuol dire che vengono saltati a piè pari i diritti di protezione internazionale. Con i decreti Salvini, nei Cas sono state tolte la tutela legale, la consulenza psicologica, l’alfabetizzazione: le cifre per i gestori non permettono di andare oltre il vitto e l’alloggio; chi fa di più, lo fa a titolo volontaristico". A novembre il nuovo prefetto ha convocato un Tavolo sull’asilo. "Non se ne fanno dai tempi dell’emergenza Ucraina", ricorda Fenaroli.

Per la decima edizione della marcia si parlerà anche della cittadinanza e della necessità di riformare una legge che non rispecchia più la società attuale. "È fondamentale ampliare il sistema Sai obbligando i Comune a fare accoglienza – commenta Agostino Zanotti del Coordinamento Enti Locali per la Pace e la Cooperazione – L’assenza di posti Sai porta a una gestione emergenziale, dove maturano i fatti di cronaca che conosciamo". Gli ex Sprar, oggi Sai, avevano in effetti dato buoni risultati, accompagnando i richiedenti protezione internazionale verso l’autonomia. "Ma il sistema è stato smantellato dal 2018 – ricorda Antonio Trebeschi, consigliere di Collebeato con delega all’Integrazione – Oggi i Cas accolgono il 70% dei richiedenti, il sistema strutturato solo il 30%".

Federica Pacella