La battaglia dell’acqua tra i giganti Garda e Po

Incontro all’insegna del fair play tra gli enti che nel Bresciano sovrintendono all’erogazione delle riserve

Non saranno chiesti ulteriori rilasci dal Garda per il Po oltre i 70 mcs attuali, di cui 55 destinati al Consorzio del Mincio. Si chiude così la battaglia dell’acqua tra i due giganti, Garda e Po. "Il lago di Garda sta già dando il 100% come segno di solidarietà", ha spiegato Pierlucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda, al termine dell’incontro di Salò con Adbpo, Aipo, sindaci delle tre sponde, Consorzi e gestori del ciclo idrico.

"La Comunità del Garda – ha commentato Meuccio Berselli, segretario generale Autorità di bacino – in modo responsabile rilascia 70 mcs, sulla base del protocollo siglato a suo tempo, fondamentali per sostenere la portata del fiume nella parte a valle, la più fragile, dove c’è il delta con la risalita dell’Adriatico. Non dimentichiamo che dobbiamo tutelare anche 750mila utenze".

Gli agricoltori da parte loro si sono impegnati a trattenere il meno possibile "come solidarietà al Po", evidenzia Elide Stancari, vicepresidente Consorzio del Mincio. L’accordo consentirà di mantenere l’uso idropotabile dell’acqua del Garda, come assicurato da Mario Bocchio, presidente Garda Uno e direttivo Acqua Bresciane. "Aipo ha anche avanzato soluzioni tecnologiche come i desalinizzatori", ha concluso l’onorevole Anna Lisa Boroni, consulente giuridico del ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini. Nel frattempo resta l’emergenza nei campi. Il Consorzio Oglio-Mella ha ridotto al 35% l’acqua erogata. E con riserve idriche al 60% sulla media 2006-2020 l’agricoltura può contare solo sull’acqua dei bacini idroelettrici montani.

F.P.