PAOLO CITTADINI
Cronaca

"Via chi semina odio": il patto fra 30 associazioni musulmane

Intesa tra le sigle dell'islam bresciano per il dialogo e il confronto: "La Prefettura istituisca albo degli Imam"

Presidio in piazza delle comunità islamiche

Brescia, 24 dicembre 2017 - Il patto vuole essere una risposta a chi con l’odio, la violenza e la diffidenza vuole mettere in discussione ogni tentativo di dialogo interreligioso. Sono più di 30 le associazioni del territorio bresciano che domenica 17 dicembre, a una settimana dal Natale, si sono sedute attorno ad un tavolo e si sono alzate dopo avere messo la loro firma sul “Patto bresciano per un Islam Italiano”. Il testo è stato sottoscritto da diversi gruppi e associazioni islamiche che hanno collaborato alla stesura del testo insieme a realtà civili e religiose bresciane.

"Il patto bresciano per un Islam italiano vuole essere l’ espressione di una comunità aperta, integrata e aderente ai valori e ai principi dell’ordinamento statale - ricordano i firmatari del patto - Nel testo richiamato il principio supremo di laicità dello Stato quale garanzia della libertà di religione in regime di pluralismo confessionale e culturale". L’obiettivo di questo accordo è semplice: "Proseguire e sviluppare il dialogo e il confronto già da tempo avviati", ricordano i firmatari. Da un lato il dialogo, dall’altro il contrasto di rischiosi fenomeni di radicalismo. "Saranno offerti alle autorità e alle istituzioni cittadine strumenti di interpretazione di un fenomeno che minaccia la sicurezza - spiegano i sottoscrittori del patto - Invitiamo la Prefettura ad istituire un «albo degli imam e delle guide religiose», serve inoltre che i sermoni del venerdì siano svolti o tradotti in italiano, fermo restando il rispetto delle forme rituali originarie, e infine bisogna assicurare la massima trasparenza nella gestione e la documentazione dei finanziamenti". Sabato pomeriggio in largo Formentone la prima manifestazione pubblica organizzata dai firmatari del patto: un presidio «p r la pace in Terrasanta e negli altri luoghi di guerra del mondo».