Industria e servizi, meno assunti E crescono i fantasmi del lavoro

Nel trimestre settembre-novembre previsto un calo di 8mila addetti in Lombardia rispetto al 2021. Boom di mansioni mancanti sul mercato: quasi 50mila le figure professionali che le aziende non trovano

di Federica Pacella

Nuovi inserimenti in azienda in calo, mentre aumenta la difficoltà a reperire le figure necessarie nei settori di industria e servizi. Così cambia il quadro del lavoro nell’autunno 2022 rispetto allo scorso anno, conseguenza di una congiuntura internazionale negativa che si innesta su problemi cronici quale il disallineamento tra la formazione scolastica e le competenze ricercate dalle imprese. Secondo l’ultimo bollettino di settembre del Sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal, in Lombardia le imprese prevedono 310.780 nuove assunzioni fra settembre e novembre, in calo rispetto alle 318.800 dello stesso trimestre 2021, circa il -2,5%. Su queste dinamiche sta incidendo in particolar modo il continuo rialzo dei costi dell’energia e delle materie prime, con i relativi effetti sull’inflazione e sui consumi. Guardando alle singole province, il calo maggiore, in valore assoluto, si rileva nel Milanese, dove si prevedono 5.100 assunzioni in meno rispetto a 12 mesi fa. Segue Varese con -2.090 nuovi ingressi ed il Bresciano con -800. In valore percentuale, invece, la riduzione più significativa è nel Varesotto con quasi il 10% in meno di assunzioni rispetto al settembre-novembre 2021, seguito da -9,3% della provincia di Sondrio e dal -3,4% del Milanese.

In controtendenza Pavia, Lecco e Cremona, dove invece le imprese prevedono di assumere più che nel 2021. Notizia positiva è che circa un terzo delle assunzioni riguarda giovani, con Bergamo tra le prime 10 province italiane ad aver registrato la maggior percentuale di assunzioni under-30. Quello che accomuna tutti è, invece, la difficoltà nel reperire le figure ricercate. In Lombardia, la quota di assunzioni per cui le imprese hanno dichiarato difficoltà di reperimento sulle assunzioni programmate a settembre è stata del 41,40%, leggermente sotto la quota nazionale del 43,3%, ma in netta crescita rispetto a settembre 2021, quando la percentuale si era ‘fermata’ al 36,4%. Ciò significa, di fatto, che sulle 120.060 assunzioni programmate (di cui il 74% a termine e il 26% a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato), 49.704 in tutta la regione non sono andate a buon fine. In valore assoluto, il dato peggiore lo fa sempre Milano, con 22mila posizioni rimaste non coperte rispetto alle quasi 54mila programmate; segue Brescia, con 6.292 lavoratori non trovati sui 15.200 ricercati e Bergamo con 5.038 su 12.170 ingressi previsti. A rimanere maggiormente scoperto è il settore dei servizi, che aveva preventivato il maggior numero di assunzioni (il 73,60% del totale, contro il 26,4% dell’industria). I profili più difficili da reperire sono i dirigenti e chi opera nell’ambito delle professioni tecniche, con picchi tra i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni, tecnici della salute e tecnici della distribuzione commerciale, ma anche operai specializzati (artigiani e operai nel settore delle costruzioni, fonditori, fabbri, meccanici).