FEDERICA PACELLA
Cronaca

Il risiko scuola che non piace. Genitori sul piede di guerra

Brescia, i cambiamenti secondo il Comune dovrebbero favorire l’inclusione degli alunni stranieri. Le mamme: "I plessi verranno smembrati. Chiederemo alla sindaca un incontro alla Loggia".

Il risiko scuola che non piace. Genitori sul piede di guerra

Un progetto che, secondo il Comune, dovrebbe favorire l’inclusione, ma che nella pratica sta generando grande dissenso in diverse scuole bresciane e preoccupazione per la continuità didattica. Lo si è visto nel primo dei tre incontri che la Loggia ha organizzato per un confronto sulle ipotesi di riorganizzazione dei plessi e degli spazi scolastici. Sul tavolo c’è la possibilità di sopprimere l’Istituto comprensivo Centro 2 (Tito Speri, Dante Alighieri, Carlo Collodi, Ugo Foscolo, Guglielmo Marconi) aggiungendo un Istituto comprensivo nella zona Sud. I comprensivi resterebbero, così, 12 in città, ma i plessi andrebbero in Ic diversi. La Collodi passerebbe sotto la gestione dell’Ic centro 1; Dante e Foscolo sotto la dirigenza del Nord 2; Marconi e Tito Speri passeranno sotto la dirigenza del Centro 3. Le ragioni sarebbero due: continuità territoriale tra i plessi, perché "il colle Cidneo non permette la continuità territoriale delle scuole" e l’inclusività, perché "nelle scuole dell’Ic Centro 2 tra gli iscritti ci sono pochi extracomunitari rispetto al Centro 3 o al Centro 1", senza contare che, nel giro di qualche anno, ci sarà uno spopolamento nelle zone del centro. L’assessora all’Istruzione Anna Frattini ha incontrato, martedì sera, le famiglie (stasera ci sarà un secondo incontro alle 18 alla Bettinzoli), spiegando che ancora nulla è definitivo e che a settembre potrebbe restare tutto invariato. "Il problema – spiega Luisa De Luca, una delle mamme della Tito Speri – è che secondo l’assessora questa situazione non modificherebbe l’assetto in termini di progetti e istruzione. Ciò non è vero, perché quando i plessi verranno smembrati, si dovranno rifare le graduatorie e gli insegnanti potranno scegliere se e dove andare, a discapito della continuità didattica. Non è solo una ripartizione territoriale, ma è molto più complesso e va a scapito della stabilizzazione".

E ancora: "L’inclusione si fa sul territorio, con politiche abitative che favoriscono la distribuzione nella città – sottolinea De Luca – non frammentando le scuole". I genitori contestano anche la mancata condivisione del progetto: "Ma non ci fermiamo, chiederemo alla sindaca di essere ricevute".