Il paradosso del lavoro Da aziende lombarde un annuncio su tre Mancano le professioni

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di Luca Balzarotti

MILANO

Mario Mezzanzanica, prorettore per l’Alta formazione e per le attività del Job dell’Università di Milano-Bicocca: qual è lo stato del mercato del lavoro in Lombardia partendo dai risultati dell’Osservatorio di InfoJobs relativi alle offerte online delle aziende?

"La Lombardia corre: nel terzo trimestre del 2022 il tasso di disoccupazione era al 5%. Durante la pandemia e appena dopo il settore industriale è cresciuto in modo significativo. Lo stesso l’e-commerce e tutto quello che ha trainato, basti pensare alla logistica. Ma ci sono difficoltà oggettive".

Quali?

"In Lombardia, proprio perché la regione è particolarmente avanzata, si accentua una difficoltà che si rileva in tutto il Paese: le imprese cercano figure professionali che non esistono sul mercato. O se ci sono non hanno competenze adeguate alle necessità delle imprese".

Si riferisce al cosiddetto “skill mismatch“, la mancata corrispondenza tra le competenze delle risorse sul mercato e quelle richieste da chi assume?

"Sì siamo di fronte a uno scenario dove non manca il lavoro. Mancano i lavoratori. Il tema del mismatch per troppo tempo è stato sottovalutato, non è stato affrontato con la serietà necessaria".

Quello a cui stiamo assistendo è la manifestazione di un problema che esisteva da tempo?

"Indubbiamente. Si è sempre affrontato il tema del lavoro riducendolo alla dicotomia tra occupazione e disoccupazione, senza mai analizzare il tema dal punto di vista della soddisfazione delle del bisogno di conoscenze. Il risultato è che nella fase espansiva del mercato del lavoro si è evidenziata la carenza di competenze e la mancanza totale di alcuni profili professionali".

Quali professioni mancano completamente?

"Nell’informatica non ci sono persone in grado di programmare. Mancano specialisti di big data e dell’intelligenza artificiale".

Come si può intervenire?

"Ci vuole tempo e programmazione: non sono situazioni che si invertono in poco tempo".

Quale contributo possono offrire le università? Spesso sono accusate di alimentare il “mismatch“ di competenze col mondo del lavoro.

"Oggi l’università è inserita nel territorio. Porto l’esempio della Bicocca: collaboriamo con oltre 5mila tra imprese e istituzioni, collaboriamo nella ricerca e nella formazione, l’82% dei laureati trova lavoro entro un anno".

Cosa manca? Corsi di laurea nuovi?

"Sicuramente questo è un aspetto importante: abbiamo attivato un corso in data science, con la Statale offriamo a Pavia un corso sull’intelligenza artificiale e nei prossimi anni sono previsti altri dieci nuovi corsi. Dall’altra bisogna intervenire su ciò che già esiste adeguando le competenze. Penso ad esempio al green: saranno conoscenze trasversali a più professioni".