PAOLO CITTADINI
Cronaca

L’Heysel e i miei 33 anni d’inferno: "Solo promesse"

Brescia, la vedova di una vittima con quattro figli:

Marie Andries ha 82 anni

Brescia, 30 maggio 2018 - Tutto nella sua vita è cambiato la sera del 29 maggio di 33 anni fa quando suo marito Tarcisio Salvi perse la vita insieme ad altre 38 persone all’interno dello stadio Heysel di Bruxelles, prima che iniziasse la finale di Coppa dei Campioni di calcio tra la Juventus, la squadra per cui ha sempre fatto il tifo, e il Liverpool. Tarcisio fu una delle due vittime bresciane di quella sera di follia all’interno del vetusto e in adeguato stadio belga scelto dall’Uefa per ospitare la gara vinta poi dalla Juventus. «Quella sera ero nella nostra pizzeria di via Cucca, in città- ricorda Marie Andries, nata 82 anni fa proprio in Belgio e vedova del tifoso juventino morto schiacciato nella calca -. La mia normalità è finita allora. Io e mio marito avevamo quattro figli, due nati in Belgio dove ci siamo conosciuti ancora da ragazzini (insieme erano cresciuti nel quartiere di Anderlecht dove la famiglia di Tarcisio era emigrata subito dopo la guerra e dove la signora Marie ha sempre vissuto prima di trasferirsi a Brescia) e due in Italia, la più piccola allora aveva 11 anni. Nei giorni successivi ci sono arrivati tanti attestati di vicinanza, sembrava che il mondo fosse a nostra disposizione. Poi con il passare del tempo la solidarietà è finita e le promesse si sono perse nel vento».

Così come i risarcimenti spesso promessi, ma mai completamente arrivati. «I soli soldi che ci hanno dato subito sono quelli messi a disposizione dal governo britannico (una quindicina di milioni di lire) – ricorda la signora che vive in un appartamento al nono piano della torre Cimabue nel quartiere di San Polo – Qualcosa è arrivato anche da una fondazione vicina alla Juventus. Solo per pagare i legali che ci seguivano per conto dell’associazione dei familiari delle vittime italiane di quella serata ho dovuto versare 7 milioni di lire. Abbiamo ricevuto troppo poco davvero, soprattutto per i miei figli che hanno perso il papà».

La autorità del Belgio avevano promesso circa 40 milioni di lire di risarcimento, gliene sono arrivati solo una decina: due a testa per ognuno dei figli. «Per fare fronte alle spese e alla vita di tutti i giorni un paio di anni dopo la tragedia ho dovuto vendere la nostra pizzeria - ricorda commossa la signora Marie, mescolando il dialetto bresciano con il fiammingo – Da 33 anni aspetto giustizia. La chiedo soprattutto per i miei figli che dall’Italia non hanno avuto nulla se non solo tante promesse, mai mantenute. Vorrei che qualcuno mi aiutasse per fare arrivare questo appello alle autorità italiane ed europee». I problemi per Marie non sono finiti. «Ho una pensione di circa 600 euro e fino a qualche tempo pagavo al Comune 500 euro di affitto per l’appartamento che subito dopo la tragedia mi hanno dato – racconta – Ora faccio fatica a pagare. Vorrei una abitazione più comoda, magari a Borgosatollo, il paese di origine del mio Tarcisio. Ma sono morosa, e fin quando sarò in questo stato non posso chiederne un’altra».