Guerra in Ucraina, Veronika non si arrende "Aiutate la mia terra"

Da anni residente a Rodengo la donna ucraina ha organizzato una raccolta per Nikolaev dove risiedono figlia e nipote

La gente di Nikolaev si è rifugiata nelle cantine e teme di essere bombardata

La gente di Nikolaev si è rifugiata nelle cantine e teme di essere bombardata

Brescia - Il telefono è sempre acceso, unico contatto che Veronika Aleksyeyenko, ucraina da anni residenti nel Bresciano, a Rodengo Saiano, ha con la figlia, che vive a Nikolaev, Sud dell’Ucraina, vicino a Odessa. "Lì i bombardamenti vanno avanti dal secondo giorno di guerra", racconta. Il conto è presto fatto, da 11 giorni la città è sotto assedio, con i suoi abitanti. "Mia figlia è là, col mio nipotino di 4 mesi – continua – sono troppo lontani dalla frontiera, il viaggio è troppo rischioso". Ma ormai anche a Nikolaev, come in molte altre città ucraine, si vive come in un limbo. Non si può fuggire senza rischiare la vita, e d’altra parte i militari tendono a rimandare indietro i civili, perché rappresentano di fatto l’unico deterrente a frenare i russi dal fare tabula rasa delle città. Ma anche restare è un incubo. Veronika ci fa vedere le foto del suo quartiere, Kulbakinov. "Durante la notte (tra domenica e lunedì, ndr) è stato bombardato", spiega.

Le immagini dei pezzi di edificio in fiamme, dove il fuoco ha cancellato pezzi di vita, parlano da sole. "Vivono al buio, hanno staccato la corrente – prosegue – per non far vedere ai russi che ci sono persone in casa. Ormai la maggior parte del tempo lo passano nello scantinato". I palazzi stessi diventano spesso teatro di scontri, quando i russi attaccano i militari ucraini che cercano sui tetti delle case luoghi da cui sparare. Sullo sfondo, poi, ci sono le navi militari che incombono da giorni ormai davanti al porto di Odessa, sul Mar Nero, in attesa che arrivino i rinforzi da terra per attaccare. A oltre 2200 chilometri di distanza, c’è l’angoscia di una madre che vive nell’attesa, ma che ha deciso di fare qualcosa di concreto per la figlia, per il suo quartiere, per la sua città. "Là, nel Sud, gli aiuti non arrivano – racconta – perché sono concentrati per la maggior parte nel Nord del Paese. Per questo ho pensato di fare una raccolta fondi, per inviare degli aiuti economici".

Mandare cibo o farmaci sarebbe inutile, perché, vista la situazione, è molto probabile che non arrivino a destinazione. "Là c’è un ragazzo, una sorta di “sindaco fai da te“, che sta aiutando il quartiere, è uno dei pochi con l’auto e riesce ad uscire a prendere tutto quello che è necessario per la popolazione civile". Veronika fa appello dunque alla solidarietà, già dimostrata da tanti bresciani: chi volesse donare, può contribuire attraverso il conto corrente GB25CLJU00997184548941 destinatario Pyskunov Mykhailo, banca Clear Junction Limited di Londra. "Se tante persone donano qualcosa, anche pochi euro, riusciamo ad aiutarli", il suo auspicio.