"Giovani manipolati, serve un argine all’uso sfrenato dei social"

Il sindaco Malinverno lancia l’allarme sui canali seguiti dai ragazzi "Ci sono regie ben precise"

"Credo sia l’ennesimo episodio che dimostra che bisogna accendere l’attenzione sui social, perché senza una “virata“ collettiva, andremo pericolosamente a sbattere". Commenta così il sabato di “ordinaria follia“ che ha avuto luogo sul Garda, il sindaco di Desenzano, Guido Malinverno (nella foto in alto).

La cittadina è stata “toccata“ dalla vicenda, soprattutto per il transito dei ragazzi all’andata (diretti a Peschiera da Brescia, Bergamo, Milano) e, soprattutto, perché qui sono state fatte scendere le ragazze di ritorno da Gardaland che poi hanno fatto denuncia per le molestie subite sul treno.

"Noi già da venerdì eravamo pronti con le forze dell’ordine, perché, da tre anni a questa parte, le nostre spiagge e il lungolago, in estate, vengono presidiate, visto il grande afflusso di giovani, soprattutto nei week-end", spiega.

Nei giorni più caldi, si contano 15-20 agenti tra carabinieri, polizia, guardia di finanza (oltre alla polizia locale) in base ai dispositivi della Questura di Brescia, su indicazione della Prefettura.

"Sarebbe sbagliato dire che questi fenomeni siano colpa della poca attenzione delle amministrazioni – sottolinea Malinverno – io direi che qui siamo anche oltre la responsabilità della singola famiglia, perché credo che la responsabilità sia da cercare nella società. Soprattutto credo che sarebbe ora di mettere un argine all’uso sfrenato dei social, in termini di verifica e sanzione dei comportamenti scorretti".

Il raduno non autorizzato, infatti, è stato organizzato con un passaparola su TikTok, sufficiente a portare sul Garda 1.500 persone. Non era possibile accorgersi prima di questo movimento di massa? Se è così semplice per chiunque organizzare dal nulla un raduno con tante persone, con non si sa bene quali intenzioni, la percezione è che i normali strumenti per gestione e prevenzione della sicurezza pubblica siano facilmente aggirabili.

"Non spetta a me dirlo. Quello che vedo è che dietro questi social ci sono regie di grandi produttori, che ci stanno avvelenando i ragazzi. Da insegnante, vedo che la scuola, gli oratori, i centri giovanili fanno la loro parte, ma si fatica a comunicare con i giovani, che sono manipolati da questi strumenti. E quando il sistema va fuori controllo, si rischia di arrivare ad un punto di non ritorno".

Federica Pacella