REDAZIONE BRESCIA

Presena, tornano i teli geotessili per proteggere il ghiacciaio

Un lavoro lungo e meticoloso che avviene ormai da 12 anni e che si sta ripetendo anche in questi giorni

Ghiacciaio Presena

Brescia, 15 giugno 2020 - Come ogni anno dal 2008, sul ghiacciaio Presena, tra la Lombardia e il Trentino, sono stati installati i teli geotessili in grado di proteggere la superficie ghiacciata dai potenti raggi solari. Un lavoro lungo e meticoloso che avviene ormai da 12 anni e che si sta ripetendo anche in questi giorni. Il merito è del sapiente uso della tecnologia. "L'idea dei teli - spiega il presidente della societa' Carosello, Davide Panizza - e' nata a partire da un programma sperimentale con le universita' di Trento e di Milano per ridurre o comunque diminuire l'ablazione. Hanno la funzione di mantenere una temperatura inferiore al di sotto, riflettendo la luce solare e riducendo cosi' la temperatura della neve: li stiamo applicando dal 2008 con ottimi risultati". 

Il progetto, nato grazie alla collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento che finanziava i teli e la produzione della neve, dal 2015 prosegue per iniziativa della societa' Carosello che ha progressivamente esteso, negli anni, la superficie di ghiacciaio coperta dai teli geotessili. Erano 40.000 metri quadri nel 2014 e poi 46.700 mq del 2015, 60mila mq del 2016, 65mila mq del 2017, 80mila mq nel 2018 e addirittura 100 mila mq nell'estate 2019. In media, lo spessore di ghiaccio che rimane sotto i teli alla fine dell'estate si aggira sui 2,5/3 metri. La conferma della validita' di questo progetto arrivava gia' nel 2014 da un'analisi realizzata dai ricercatori universitari: "Il settore coperto con il geotessile ha evidenziato valori medi di albedo (l'unita' di misura del potere riflettente di una superficie) di 0,64 contro un valore medio di 0,43 per la superficie glaciale non coperta. Il settore coperto in media ha un assorbimento di energia solare del 36% mentre la superficie non coperta del ghiacciaio ha assorbito in media il 57% dell'energia solare. Complessivamente l'azione del telo nel modulare i flussi energetici radiativi assorbiti dal ghiacciaio porta per il periodo di sperimentazione, ad una riduzione dell'ablazione del 52%".

La strategia anti-scioglimento non si limita pero' ai soli teli estivi. D'inverno (o meglio, gia' in autunno, non appena le temperature lo permettono), viene attuata l'altra fase del programma: la superficie nevosa e' incrementata attraverso sparaneve di ultima generazione. L'innevamento programmato utilizza l'acqua di un adiacente bacino idrico naturale. Il processo dura fino a marzo inoltrato e serve a proteggere il ghiaccio sottostante. Lungo tutto il ghiacciaio vengono collocati 10 cannoni sparaneve con una portata oraria di 220 m3. Lo sforzo e' quindi imponente. E certo non a basso costo (la spesa media annua, tra gestione e manutenzione supera i 420 mila euro). D'altra parte, gli effetti si vedono: da un confronto tra la condizione del ghiacciaio registrata nel 2008 e quella attuale, emerge che e' stato salvato dallo scioglimento uno spessore di ghiaccio alto oltre 50 metri.